La stoccata del ministro della Cultura a Fabio Fazio: nei corridoi di viale Mazzini qualcuno gira ancora con il colbacco
Che la politica abbia avuto e abbia un’influenza sulla Rai è il segreto di pulcinella. Un’influenza talvolta mimetizzata, talvolta spudorata, come fu “Telekabul”, il Tg3 diretto per anni da Sandro Curzi come se fosse un organo di partito del Pci prima e del Pds dopo. Una stagione, non del tutto terminata, che vede tanti giornalisti, autori, conduttori, ospiti del servizio pubblico televisivo non solo vicini alla sinistra – e fin qui nessun problema, ognuno ha le proprie idee – ma in servizio permanente ed effettivo a difesa del partito di riferimento e delle sue idee. Ovviamente di sinistra. Una verità incontestabile ben rappresentata dalla sortita di una nota conduttrice Rai che, rivolgendosi al ministro per le Pari opportunità e la Famiglia Eugenia Roccella, ha detto “Prendetevi la responsabilità di farle queste leggi, c***o”. Al di là della caduta di stile, quel che impressiona è l’invasione di campo, la convinzione di poter dettare l’agenda, la presunzione di essere politici anche mentre si svolge la professione di giornalisti. Per il servizio pubblico, per di più. Un costume che il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, intervistato da Fabio Fazio a “Che tempo che fa”, ha riassunto immaginificamente così, parlando del presente della Rai: “Qualche piccolo Stalin ancora circola nei corridoi di viale Mazzini, io ne conosco qualcuno che ancora sta col colbacco”.
Lo stesso Sangiuliano che nel corso della sua direzione del Tg2 è stato, come ha ricordato lui stesso nel corso dell’intervista, oggetto di critiche e censure, come ad esempio sulle origini del Covid o sulla gestione dell’emergenza sanitaria. Critiche e censure ovviamente provenienti dalla sinistra, come ad esempio, la lettera che l’ex presidente della Regione Toscana Enrico Rossi scrisse ai vertici della Rai e della Commissione di Vigilanza per lamentarsi dei servizi dedicati dal Tg2 ai morti nelle RSA. toscane). A proposito di ingerenze… Che in Rai, come ha detto Sangiuliano (che in viale Mazzini ha trascorso molti anni di lavoro) ci sia ancora qualche piccolo Stalin (inteso come fervido sostenitore della sinistra, ovvaimente) che gira con il colbacco è un dato di fatto, ma quel che conta è il concetto chiaramente espresso dal ministro nel corso dell’intervista con Fabio Fazio: la Rai deve essere plurale e rappresentare il sentire di tutti i cittadini. Fino ad oggi è stato così?