Giorgia Meloni ha disegnato il futuro per l’Italia, l’Europa e l’Occidente ed al tempo stesso ha risposto alle critiche quotidiane
di Edoardo Sirignano
«C’è sempre stata una squadra intorno a Giorgia. A sinistra hanno provato prima ad attaccare, in tutti i modi, Meloni. Quando, poi, non ci sono riusciti, se la sono presa con le persone intorno a lei. La verità è che abbiamo una leader eccezionale, ma se abbiamo fatto tutto questo percorso è anche perché è stata capace, in questi anni, di selezionare e far crescere le persone giuste. E non mi riferisco solo a quei ragazzi che per venticinque anni hanno condiviso un sogno. Giorgia è riuscita a coinvolgere esponenti come Raffaele Fitto, oggi ai vertici dell’Europa, Guido Crosetto, Lucio Malan, Giulio Tremonti o molti altri, che pur non avendo avuto il nostro stesso passato politico, hanno sempre avuto il nostro stesso obiettivo: impegnarsi per il Paese, senza chiedere nulla in cambio».
Meloni ha parlato di edizione record. Lo è per davvero?
«Grazie al suo consenso, al suo ottimo governo, è tutto più facile. Diventa semplice organizzare, trovare gli ospiti. Quando parli di Giorgia Meloni e delle capacità che sta dimostrando, non hai difficoltà a convincere nessuno. Anzi, c’è la corsa a partecipare. A maggior ragione se parliamo di un partito che cresce giorno dopo giorno e a cui tutti sono interessati, non solo in Italia. Negli anni, poi, abbiamo fatto un po’ di esperienza».
L’anno prossimo avremo Trump?
«Vediamo. È prematuro parlarne. Solo ieri abbiamo chiuso quest’edizione. Inizieremo a pensarci fra qualche settimana».
Otto giorni di festa e 50 mila presenze: la più grande edizione di sempre. Il prossimo record da battere?
«Obiettivo del 2025 è confermare la nostra capacità di confrontarci con chiunque, senza per questo indebolire le nostre posizioni».
Possiamo dire che quei giovani dipinti come “fascisti”, alla fine, sono gli stessi che hanno applaudito Conte…
«Parliamo di accuse strumentali. Essendo l’unico partito ad aver un movimento giovanile così forte, numeroso, allegro e colorato, siamo presi di mira. E quando, purtroppo, non si hanno argomenti si utilizza la medesima scusa, quella del fascismo. Non saranno comportamenti sbagliati dei singoli, tra l’altro emersi con mesi di intercettazioni sotto copertura e metodi più che discutibili, a mettere in discussione la bellezza di un movimento. Detto che, ovviamente, chi sbaglia paga».
La premier ha anche ringraziato Arianna Meloni. Che ruolo ha svolto?
«Arianna è da anni la nostra prima militante. La nostra forza è la squadra: Arianna, Caterina, Nicola, Ilaria, Teresa, Francesco, Andrea, Roberto, Sara e tanti altri ci hanno messo un impegno straordinario. C’è un bel gruppo in via della Scrota che lavora quotidianamente, non soltanto per Atreju, ma per la gestione del primo partito in Italia».
C’è chi, intanto, come Schlein vi accusa di non accettare il diverso. La prossima volta inviterete tutti?
«Sicuramente inviteremo persone di qualsiasi orientamento politico, culturale e artistico, come abbiamo sempre fatto. Atreju è una festa senza schemi e chiusure. È chiaro, poi, che non possiamo invitare tutti ogni anno».
Qualcuno si è lamentato per la troppa visibilità data ad Atreju. Come rispondete?
«Vedo la stessa attenzione su iniziative molto più piccole. Comprendo che ci sia un po’ di invidia o meglio si cerchi di attaccarci a tutti i costi. Chi lo fa è perché non avendo nulla da dire vuole sfruttare la nostra forza e la nostra capacità di rispondere con i fatti per acquisire un po’ di visibilità».
A tal proposito, la premier è stata abbastanza esaustiva…
«Sto continuando a rileggere l’intervento di Meloni e ogni volta che lo faccio ne apprezzo una sfumatura. Ha disegnato il futuro per l’Italia, l’Europa e l’Occidente e al tempo stesso ha risposto, punto su punto, a critiche quotidiane, ma del tutto strumentali e prive di ogni fondamento».