Il lavoro del governo Meloni per la scuola non ha precedenti in Italia: sbloccato il contratto collettivo e adesso +300 euro al mese per i docenti e personale Ata
Mai come adesso un governo aveva destinato così tante risorse per la scuola, docenti e personale Ata. I docenti svolgono un ruolo di fondamentale importanza nella società ed il governo ha voluto lavorare per far sì che potessero essere retribuiti adeguatamente rispetto al grande lavoro che ogni giorno svolgono. Da troppo tempo, il comparto scuola era stato abbandonato, il governo Meloni invece si è impegnato ed è riuscito a sbloccare l’attuale contratto collettivo e ad inserire 3 miliardi per un nuovo contratto: queste misure porteranno mensilmente 300 euro in più nella busta paga dei nostri docenti e del personale Ata.
+300 euro per i docenti ed il personale Ata
L’aumento complessivo mensile che avranno i docenti in busta paga sarà di 300 euro, mentre per il personale Ata varierà tra i 173 ed i 303 euro. Questi aumenti sono dovuti all’impegno dell’esecutivo nello sbloccare l’attuale contratto collettivo, che porterà ad un incremento di circa 150 euro, e nello stanziare 3 miliardi di euro nel prossimo contratto collettivo, che porterà altri 160 euro nella busta paga dei nostri docenti.
In totale gli aumenti saranno di 300 euro, come mai prima d’ora. Il governo Meloni ha dimostrato ancora una volta il suo grande impegno per migliorare tutto il comparto scuola per adattarlo alle esigenze che richiedono i tempi.
Sbloccati i contratti collettivi di lavoro
Il governo Meloni è riuscito a sbloccare il contratto collettivo, dialogando con i sindacati, per poter utilizzare i 300 milioni di euro stanziati in modo da poter aumentare la retribuzione dei docenti e del personale Ata, come ha ricordato il Ministro dell’istruzione, Giuseppe Valditara: “Premetto che si deve a questo governo il merito di avere sbloccato, dopo un grave ritardo maturato dai governi precedenti, il contratto collettivo 2019/2021, grazie al quale abbiamo raggiunto importanti risultati in relazione all’incremento delle retribuzioni del personale scolastico.
Ricordo, infatti, che il contratto si è potuto concludere grazie all’accordo da me raggiunto con le organizzazioni sindacali che ha reso disponibili per la retribuzione del personale i 300 milioni di euro stanziati dalla legge di bilancio per l’anno 2022 e finalizzati, invece, nell’intenzione del precedente governo, a vari progetti di minore rilevanza. Ciò ha contribuito a determinare un aumento medio mensile per il personale ATA compreso tra circa 61 e 191 euro e per il personale docente di circa 124 euro al mese”.
Amorese: “Scuola finalmente tornata centrale”
“Quanto il Governo e il ministro Valditara stanno facendo per la scuola e per il personale che ci lavora è senza precedenti in Italia. Il ruolo dell’insegnante è per Fratelli d’Italia fondamentale per lo sviluppo culturale ed educativo delle giovani generazioni: per questo stiamo investendo come mai è stato fatto prima per dare ai docenti e al personale Ata stipendi più dignitosi e adeguati al prezioso lavoro che svolgono.
L’esecutivo Meloni, con una netta inversione di tendenza rispetto ai governi precedenti, ha sbloccato infatti il contratto collettivo 2019/2021 – circa 300 milioni di euro – per il personale scolastico. Non solo, ma l’ultima legge di bilancio prevede, come se non bastasse, 3 miliardi per un nuovo contratto della scuola, che porterà a un ulteriore aumento pari a 160 euro mensili per i docenti.
Ciò significa che tra il 2023, con l’ultimo contratto collettivo sbloccato, e quest’anno, sarà di quasi 300 euro al mese l’aumento per i docenti e una cifra che va dai 173 ai 303 euro mensili l’incremento per il personale Ata. Si tratta di un’importante boccata d’ossigeno per un comparto per troppi anni non sufficientemente considerato dalla sinistra mentre governava.
La scuola col governo guidato da Giorgia Meloni è finalmente tornata centrale e in cima all’agenda politica dell’esecutivo e di questo ne vado estremamente orgoglioso”, ha dichiarato Alessandro Amorese, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Istruzione e Cultura alla Camera.