Dalle elezioni in Sardegna non emerge alcun segnale politico nazionale: le liste del centrodestra sfiorano il 50%
Gli elettori vanno sempre ascoltati. Se i dati resi noti finora saranno confermati e non muteranno con i conteggi ufficiali, in Sardegna sarà confermata la regola non scritta dell’alternanza che caratterizza la guida della regione. Non c’è un segnale politico di tipo nazionale: le liste di centrodestra hanno sfiorato il 50% dei voti: si tratta, piuttosto, di una questione locale.
Non c’è segnale politico nazionale: liste centrodestra sfiorano il 50%
Non c’è un segnale politico nazionale. Questo è bene dirlo con chiarezza. Quando parlano gli elettori vanno sempre ascoltati: c’è un segnale politico locale su cui faremo le nostre riflessioni. Paolo Truzzu è stato sostenuto fortemente da Fratelli d’Italia e non abbiamo nessuna intenzione di nasconderci, ma la sua candidatura era nata da una riunione del centrodestra sardo: non è stata una imposizione nazionale sulla Sardegna.
Il centrodestra sardo aveva fatto questa richiesta, che noi abbiamo fortemente difeso e incoraggiato rispettando le scelte territoriali. Truzzu è una persona molto valida, a quanto pare non è riuscito a farsi apprezzare. Noi dovremo fare le nostre riflessioni perché il popolo del centrodestra merita sempre le migliori possibilità e le migliori scelte. Noi eravamo convinti di averla fatta e chi ha votato ci ha detto di no.
Truzzu: “ci sono diverse Sardegna: grande risultato fuori dai centri urbani”
“Ho mandato un messaggio a Giorgia Meloni. Ma la lettura del voto è semplice: non sono state elezioni influenzate da fattori nazionali e il dato che lo prova è il risultato di Cagliari che, più che votare Todde, ha votato contro di me. Sarebbe bastato avere tre quattro punti in più per vincere l’intera gara.
Per questo dico che la responsabilità è mia. Ci sono diverse Sardegna. Abbiamo avuto un grande risultato fuori dai centri urbani. Le cause del voto di Cagliari? Ci sono tanti fattori: voto disgiunto, cantieri” sono le parole di Paolo Truzzu di questa mattina durante la conferenza stampa in seguito al risultato elettorale sardo.
Vince il campo largo, ma adesso è campo minato
La sconfitta in Sardegna è dovuta a dinamiche locali. Non a caso, la Todde ha tenuto a debita distanza Conte e la Schlein in campagna elettorale proprio per non dare una valenza nazionale alla sfida elettorale. Adesso, per il campo largo si apre la complicata partita di comporre la giunta regionale con un presidente del M5S e il PD primo partito della coalizione.
Giuseppe Conte già parla di campo minato e i numeri in Sardegna raccontano una storia diversa da quella trionfale della sinistra: il cosiddetto campo largo alle elezioni politiche e i partiti del campo largo insieme facevano 48.8%, mentre il centrodestra era al 40,5% e questo la dice lunga su chi cresce e chi no. I numeri non mentono mai, la narrazione di sinistra sì.