“Gli imprenditori” del clan: così ventisette camorristi finiscono in carcere
Un’altra brutta giornata per i criminali: i Carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Napoli hanno eseguito un provvedimento di custodia cautelare, emesso dal gip partenopeo, nei confronti di ventisette camorristi.
“Gli imprenditori” del clan, ecco cosa facevano
Oltre alle note e tradizionali attività illecite: traffico e spaccio di droga, ‘pizzo’ e altro, c’è stata una vera svolta imprenditoriale come scelta di fondo del clan Di Lauro. In questa prospettiva, si collocano le attività imprenditoriali e finanziarie, con ingenti investimenti nel settore delle aste giudiziarie immobiliari, per le quali gli affiliati orientavano i risultati, con minacce rivolte ad altri partecipanti per costringerli a non presentarsi, permettendo di fatto agli emissari dei Di Lauro di aggiudicarsi gli immobili; la cui successiva rivendita avrebbe finanziato le attività illecite del sodalizio.
Una fabbrica di sigarette da importare illegalmente in Italia, la bevanda energetica, un marchio di abbigliamento, nonchè investimenti in supermercati e sale scommesse: scoperte le attività fittizie riconducili alla camorra.
La svolta neomelodica
Tra gli arrestati nell’operazione anti camorra dei Carabinieri ci sono anche il cantante neomelodico Tony Colombo e la moglie Tina Rispoli. Secondo gli inquirenti, Colombo e la moglie avrebbero finanziato il clan con 500mila euro e tra le attività con le quali sarebbero stati reinvestiti i proventi della camorra c’è anche il brand di abbigliamento ‘Corleone’, lanciato dal neomelodico, e l’energy drink ‘9 mm’.
Il primo matrimonio di Tina Rispoli è con Gaetano Marino, boss dei cosiddetti Scissionisti che, nei primi anni Duemila diedero vita a una sanguinosa guerra di camorra con il clan Di Lauro nella cosiddetta prima faida di Scampia. Gaetano Marino viene ucciso il 23 agosto del 2012, ucciso mentre si trovava a Terracina. Rimasta vedova, Tina Rispoli ha sposato in seconde nozze Tony Colombo, cantante neomelodico.
L’arresto dei ventisette camorristi
Nel provvedimento di custodia cautelare, emesso dal gip partenopeo, nei confronti di 27 indagati, sono contestati – a vario titolo – i delitti di: associazione per delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione aggravata, violenza privata aggravata, associazione a delinquere finalizzata alle turbative d’asta aggravata agevolata, associazione a delinquere aggravata dall’aver agevolato un clan mafioso e dal carattere della transnazionalità finalizzata al contrabbando dei tabacchi lavorati esteri.
Contestualmente agli arresti è stato eseguito un provvedimento di sequestro preventivo di beni mobili e immobili per un valore complessivo di circa 8 milioni di euro.