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Violenza sui treni: per fermare l’escalation ci vuole l’esercito

Tra stamani e ieri sera ben due aggressioni sui treni, a Firenze e a Livorno. Finora la risposta delle istituzioni agli episodi di aggressione nei confronti del personale che lavora sui treni è stata quella di ridurre il personale e svuotarlo di poteri, come dimostra la chiusura dei presidi Polfer sparsi per la Toscana. 

I responsabili dell’escalation portano il nome del governo e della Regione e ora per risolvere il problema l’unica strada è la presenza dell’esercito anche sui treni, oltre che per le strade.
Neanche dopo l’ultimo episodio di violenza carnale avvenuto poco più di un mese fa sempre su un treno pendolari ai danni di una giovane per opera di un vu’ cumprà si è deciso di intervenire con misure drastiche.

Il governatore Rossi di tanto in tanto alza la voce con Trenitalia chiedendo maggiore attenzione, poi passano dei mesi e nulla succede prima di una nuova inutile ’sparata’. 
La realtà è sotto gli occhi di tutti: le istituzioni non hanno fatto nulla di concreto per frenare il dilagare dell’abusivismo, anzi hanno reso i treni più pericolosi. La scelta del governo Renzi e del ministro Alfano di demonetizzare la sicurezza su stazioni e treni è demenziale. 
Oltre ai militari servono più agenti, soprattutto sui treni maggiormente a rischio, e maggiori dotazioni e poteri di intervento per le forze dell’ordine nei confronti di questi delinquenti fuorilegge.