Il Ministero dell’Interno ne aveva disposto il rimpatrio ma per la Corte d’Appello di Torino “le parole sono espressione di pensiero”
Aveva giustificato la strage del 7 ottobre definendola un atto di “resistenza”, il Ministero dell’Interno ne aveva disposto l’espulsione. Ma la Corte d’Appello di Torino ha deciso di andare contro la decisione del Ministero, liberando l’imam. Una scelta irresponsabile che mina la sicurezza degli italiani. Non possiamo permettere che i soliti giudici politicizzati continuino ad andare contro le decisioni del Ministero.
Meloni: “Parliamo di una persona che ha definito l’attacco del 7 ottobre ‘resistenza’”
“La Corte d’Appello di Torino ha disposto la cessazione del trattenimento dell’imam Mohamed Shahin, destinatario di un decreto di espulsione firmato dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Parliamo di una persona che ha definito l’attacco del 7 ottobre un atto di ‘resistenza’, negandone la violenza. Che, dalle mie parti, significa giustificare, se non istigare, il terrorismo.
Qualcuno mi può spiegare come facciamo a difendere la sicurezza degli italiani se ogni iniziativa che va in questo senso viene sistematicamente annullata da alcuni giudici?”, ha affermato il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
I giudici liberano l’imam
Mohamed Shahin, l’imam di Torino, aveva definito il 7 ottobre come un atto di “resistenza”. Parole, le sue, che non lasciano spazio ad alcun dubbio. Non possiamo permettere che vengano diffusi messaggi di odio e di violenza. Per questo il Ministero dell’Interno ne aveva disposto l’espulsione. L’imam è stato trattenuto così al Cpr di Caltanissetta per essere poi espulso.
Ma i giudici della Corte d’Appello di Torino hanno deciso di andare contro la decisione del Ministero e disporre il ritorno dell’imam a Torino.
Per i giudici le dichiarazioni dell’imam sono “espressione di pensiero”
Dopo il decreto d’espulsione emesso dal Ministero i legali dell’imam hanno fatto ricorso alla Corte d’Appello di Torino, sezione protezione internazionale, che lo ha accolto. Seconda questa “il procedimento relativo alle frasi proferite alla manifestazione del 9 ottobre 2025 () è stato immediatamente archiviato da parte della stessa Procura () atteso che le dichiarazioni del trattenuto sono ‘espressione di pensiero che non integra gli estremi di reato’”.
Il Ministero dell’Interno, però, ha già fatto ricorso in Cassazione per ottenere il rimpatrio dell’imam.
Mantenere la sicurezza nazionale
Ancora una volta parte della magistratura politicizzata vorrebbe mettere a rischio la sicurezza dei cittadini. La scelta di far tornare l’imam a Torino andando contro il decreto d’espulsione è una scelta irresponsabile. Nessuno spazio nel nostro Paese per chi diffonde messaggi d’odio e di violenza. Noi non ci facciamo intimidire, continueremo a denunciare chiunque veicoli questi messaggi di ideologia integralista.


