Con il riconoscimento,da parte del Governo, di Piombino quale area di crisi industriale complessa ed il conseguente stanziamento di 160 milioni di euro per gli interventi di adeguamento infrastrutturale, adesso esistono i presupposti perché il relitto della Costa Concordia venga assegnato al nostro porto. Si tratta, pertanto, di sostenere l’azione della Giunta regionale perché prosegua con fermezza sulla strada intrapresa finora di tutelare la decisione che vuole Piombino quale destinazione naturale per lo smaltimento della nave.
Insieme ai colleghi Paolo Marcheschi (FDI) e Marina Staccioli (Gruppo Misto), abbiamo presentato al riguardo una mozione in Consiglio regionale: E’ vero che rappresentiamo una ferma opposizione al Governo regionale ma è altrettanto vero che siamo disponibili a sostenere questa opportunità, vigilando sui tempi, sulle modalità e sulla non esclusione del Giglio.
Sarà certamente importante controllare il rispetto della tempistica, dell’impatto ambientale e di quello sociale degli interventi nell’area portuale ma l’occasione è davvero unica per rilanciare lo sviluppo e mantenere i livelli occupazionali in un’area dove i contraccolpi della recessione finanziaria mondiale si vanno assommando ad una realtà locale di per sé già preoccupante a causa della persistente presenza di problemi strutturali ed infrastrutturali che, un’organica ed efficace programmazione dello sviluppo economico nella nostra regione ed in quella zona potrebbe, invece, contribuire finalmente a risolvere.
Non dobbiamo, tuttavia, dimenticare che è stata l’Isola del Giglio a ricevere le maggiori ferite dall’immane tragedia del mare rappresentata dal naufragio della Concordia, i ritardi nello spostamento del relitto, che ancora giace semi-rovesciato sui fondali dell’isola, stanno comportando evidenti ripercussioni sulla locale economia e generando legittime apprensioni sotto il profilo ambientale. Insomma, bene che arrivino i soldi per Piombino ma dobbiamo al contempo prevedere concrete azioni a sostegno del Giglio e del suo tessuto economico.