Landini parlava già di sciopero senza conoscere il contenuto della manovra
Landini aveva annunciato lo sciopero generale del 17 novembre quest’estate, sostenendo che fosse uno sciopero contro la finanziaria quando però ancora la manovra non era stata scritta. Insomma, aveva già deciso che avrebbe fatto lo sciopero generale contro la manovra senza però conoscerne il contenuto.
Non ci sono le condizioni per lo sciopero generale. Parola della Commissione di garanzia
A prescindere da questo, non è che Salvini o la Meloni si svegliano e dicono “impediamo a Landini di scioperare”. Succede che Landini prende e proclama uno sciopero generale, tuttavia la Commissione di Garanzia per lo sciopero, che non è un organismo inventato da Meloni e Salvini, ma che esiste dal 1990 e i cui componenti sono per Legge nominati dal Presidente della Repubblica, su indicazione dei Presidenti di Camera e Senato, ha valutato che non ci sono le condizioni per fare uno sciopero generale.
Quindi Salvini non è che si sveglia la mattina, prende e fa una cosa perché ha un colpo di testa. Firmando il decreto di precettazione Salvini fa il suo dovere di ministro, perché chi deve valutare se quello sciopero generale ha diritto o no di esserci è una commissione costituita da esperti di diritto del lavoro e questioni sindacali. Sono loro a valutare e indicare se ci sono le condizioni o meno per lo sciopero generale e, in questo caso, hanno valutato che non ci sono.
Braccio di ferro di Landini
Il diritto allo sciopero è previsto dalla Costituzione, ed è un diritto fondamentale, ma non deve andare a ledere altri diritti costituzionali. La commissione deve valutare proprio questo bilanciamento di interessi e, in questo caso, ha valutato che non ci sono le condizioni per lo sciopero generale.
Landini, istituzionalmente, avrebbe dovuto fare una cosa molto semplice: rispettare quello che dice la commissione, invece fa il braccio di ferro e quindi il ministro Salvini fa il suo lavoro firmando il decreto di precettazione.