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Schmidt è in campo: “La mia esperienza per battere il degrado”. L’intervista di Eike a La Nazione

Sicurezza e trasporti i temi forti: “Serve un trasporto più moderno”

Di Erika Pontini

Eike Schmidt, finalmente è sceso in campo. Ma si dice abbia dovuto vincere soprattutto le resistenze di sua moglie.

«È vero. Era fortemente contraria, almeno all’inizio. Quando mi fermavano in città dicendomi “Dai corri da sindaco”, non solo per fare un complimento, lei storceva il naso. “Ma chi te lo fa fare? Possiamo dedicarci ai nostri studi…».

E invece?

«Le ho spiegato che pensavo di poter cambiare le cose, l’ho convinta. E quando ho persuaso lei sono sicuro di poterlo fare con gli altri. È il grande vantaggio di avere l’avvocato del diavolo in casa, unica volta che ho vinto».

E adesso che le dice la signora Schmidt?

«È al mio fianco. Il discorso di presentazione l’ha riletto lei».

Ha ricevuto altri consigli-pressioni a non candidarsi?

«Pressioni no. C’erano amici del Pd che hanno provato a consigliarmi “È meglio se ti concentri sul museo”. Ma i nomi non glieli posso fare».

Però di tempo a decidere ce ne ha messo. E perché alla fine si è gettato nell’agone?

«No, guardi non è che tentennavo: lo faccio o non lo faccio. Ma c’è stato un lavoro organizzativo prima di dire “mi lancio” anche se avevo già deciso».

Ha esordito dicendo: “Le tramvie sono un disastro. Il progetto va revisionato in maniera totale”. Ma intende abbatterle?

«Ma no, io la tramvia la prendo spesso per andare da mio cognato allo Statuto, all’aeroporto, a Careggi. È innegabile ci siano tanti problemi: lavori che durano troppo e mandano in tilt il traffico, strade strette, meno parcheggi, negozi costretti a chiudere. Effetti che non erano stati considerati. E poi quella selva di pali è un orrore, me lo faccia dire da museologo. In molte città questo sistema impattante non viene utilizzato da anni. Le tramvie si alimentano dal basso o a batterie».

Quindi?

«Manteniamole ma modernizziamole e, soprattutto che arrivi fuori Firenze, fuori dalla città metropolitana come a Prato, sul modello parigino e olandese».

Qualche esponente dei partiti che la appoggiano pensa di buttare tutto alle ortiche con tanto di penali…

«Sarebbe irrispettoso per i cittadini, non solo pagare i 90 milioni di penali ma altre centinaia per togliere le tramvie in sicurezza. Sviluppiamo invece un sistema di trasporto più moderno».

Rapporti con i partiti?

«Buoni ma sono un civico che correrà con una o due liste».

Sicurezza, cosa può fare un sindaco?

«È a capo della sicurezza anche se i servizi vengono per la maggior parte erogati dal ministro dell’Interno ma il sindaco può chiedere di convocare il Comitato».

Sì, e poi?

«Un osservatorio permanente a Palazzo Vecchio su decoro e sicurezza aperto a associazioni e cittadini. E ricordarsi che il decoro chiama sicurezza e il degrado delinquenza: questo è il compito della polizia municipale. È la teoria del vetro rotto e l’angolo di osservazione dal quale ho aggredito il problema agli Uffizi: anche togliere le scritte sui muri immediatamente per far ritornare la dignità anche fisica dei luoghi ispira rispetto».

Cascine modello Central park non è azzardato vista la dimensione del parco?

«Central Park non ha dimensioni diverse ma la recinzione non è la misura più incisiva, andrà valutata. È importante più illuminazione, videosorveglianza a tappeto e agenti presenti».

Basta questo?

«Serve renderlo più vivo. Penso a portarci musica, danza, buon cibo e un’offerta costante di attività sportive. Quando negli anni ’90 studiavo a Firenze alle Cascine si andava a correre, adesso non più. La gente ha paura».

Overtourism. La stretta airbnb di Nardella è giusta?

«Arriva con grande ritardo, dopo aver ignorato il problema per anni. Ma è ora di guardare al futuro. Non ci deve mai essere concorrenza sleale: chi affitta un airbnb e chi ha un albergo devono avere le stesse regole. E controlli sulle strutture in nero».

Lei è a favore della nuova pista di Peretola ma si calcola che si passerà da 2.5 milioni di passeggeri a più del doppio.

«Non si tratta del numero dei turisti ma della gestione. Quando viene favorito turismo a basso costo e di bassa qualità diventa un problema. L’aeroporto serve gran parte della Toscana anche per commercio e affari».

Il centrosinistra la accusa di avere un paracadute se non dovesse farcela. Tornare a dirigere Accademia e Bargello?

«No, non sono interessato».

Stadio. Avrebbe scelto la strada del privato che investe?

«Indubbiamente. Enorme occasione persa. Il privato era disposto a mettere 300 milioni di euro. Non mi posso capacitare che non sia stato fatto, cercare di impegnare i soldi dei cittadini. È ormai la norma in Europa e nel mondo. Qui rischiamo di iniziare il maxi progetto e poi fermarci perché mancano i soldi».

Che rapporto ha con Commisso?

«Ottimo. Venne agli Uffizi subito dopo aver comprato la Fiorentina».

Il dg Barone disse ai tifosi che serviva un cambio di passo nelle elezioni. Cosa pensò?

«Allora non ero candidato ma ho pensato solo all’enorme frustrazione del sindaco, striscioni compresi, il sindaco napoletano di Firenze, ora in uscita».

Cattiva, eppure lei è tedesco e la chiamano il tedesco-napoletano.

«Unico elemento in comune».

È un esperto d’arte, facciamo un momento il gioco dei quadri: mi dica quale opera rappresenta meglio Nardella, Renzi, Funaro e Donzelli.

«Renzi ‘I giocatori di carte’ di Caravaggio, Funaro ‘La Zattera della Medusa’ di Gericault, Donzelli ‘Il Cavaliere con la mano sul petto’ di El Greco».

Nardella?

«La deposizione della Croce del Perugino».