Con il nuovo approccio concreto del Piano Mattei saranno raggiunti importanti risultati seri e concreti: l’Italia torna centrale nello scenario globale
Il Piano Mattei è una grande sfida strategica italiana, che si avvale di una cabina di regia ampia e articolata. Le relazioni dell’Unione europea con l’Egitto diventeranno delle relazioni di partenariato a livello globale: l’obiettivo è quello di aiutare il paese nell’attuazione delle sue riforme sociali ed economiche, utili a mitigare l’impatto delle cristi africane e mediorientali. Con la prima riunione della cabina di regia a Palazzo Chigi, il Piano Mattei prende ufficialmente il via.
Meloni vola in Egitto: bilaterali sul Piano Mattei
Il Presidente Meloni, che si recherà in Egitto per alcuni bilaterali sul piano Mattei, ne ha ricordato i sei pilastri (istruzione/formazione; sanità; acqua e igiene; agricoltura; energia; infrastrutture) e i progetti pilota avviati, nella prima fase di attuazione del Piano, in nove Nazioni africane: Algeria, Repubblica del Congo, Costa d’Avorio, Egitto, Etiopia, Kenya, Marocco, Mozambico e Tunisia. Inoltre, si è fatto il punto sulle prime missioni operative svolte dalla Struttura di Missione per il Piano Mattei e sulle prossime in calendario.
Egitto: paese strategico e di grande rilevanza
L’Egitto è un partner strategico per la gestione delle crisi geopolitiche mediorientali, inoltre ha molta rilevanza in ambito di migrazione, energia e partenariato economico. È un grande esportatore di gas naturale grazie alle scoperte di alcuni giacimenti di gas fatte da Eni e sta aumentando le forniture di gas all’Italia. Insieme a noi, partecipa all’East Mediterranean Gas Forum, sostenendo l’utilizzo comune delle risorse del Mediterraneo Orientale.
Nei dossier dell’accordo non rientra solamente il tema energetico, ma anche quello migratorio, infatti l’Egitto è una delle principali Nazioni di origine e di transito dei migranti che provano a raggiungere l’Europa, ed in particolare l’Italia.
Meloni: “Coinvolgere tutto il sistema italiano”
“Il Piano Mattei è una grande sfida strategica italiana, che si avvale di una cabina di regia ampia e articolata che non comprende solo le amministrazioni centrali, i ministeri, la conferenza delle regioni, ma anche le diverse agenzie e società dello Stato, le società partecipate, il terzo settore. Dietro questo c’è una scelta politica: coinvolgere in questa grande sfida tutto il sistema Italia, mettere in rete le esperienze migliori che esistono, i progetti più efficaci e le risorse adeguate delle quali disponiamo.
In queste settimane si sono svolte le prime missioni operative a Bruxelles per condividere anche a livello europeo il lavoro che stiamo facendo. Poi la struttura di missione è stata anche ad Addis Abeba e in Costa D’Avorio. Nei prossimi giorni sono previste ulteriori visite in Kenya, Marocco e Tunisia. In parallelo si sono svolte alcune riunioni con le principali istituzioni finanziare internazionali”, così si è espresso il Presidente Giorgia Meloni sul Piano Mattei.
Con il Piano Mattei cambia l’approccio italiano
“Quali sono secondo me le tre innovazioni che in qualche maniera determinano la differenza dell’approccio italiano, del Piano Mattei, rispetto a iniziative simili che pure sono abbastanza comuni e abbastanza copiose? L’approccio. Un approccio nuovo, diverso nei rapporti e nella cooperazione con il continente africano, che non è predatorio, che non è paternalistico, che non è caritatevole. Non è l’approccio di chi ti guarda dall’alto in basso, tende a spiegarti che cosa dovresti fare, come dovresti vivere e tendenzialmente poi non è molto disponibile a dare una mano.
La cooperazione che noi vogliamo mettere in piedi coni Paesi africani è una cooperazione che tiene conto del fatto che l’Africa non è un continente povero. L’Africa è un continente che attualmente detiene il 60% di metalli e terre rare, il 60% di terre arabili, un continente in forte crescita demografica e quindi anche con un enorme potenziale di capitale umano, che chiaramente non sempre è stato messo nella condizione di poter sfruttare al meglio quelle risorse per sé stesso prima di tutti, non per gli altri.
L’Europa in molti casi ha avuto – rispetto ad altri attori che pure sono molto presenti oggi nel continente africano – la capacità di cooperare lasciando qualcosa sul territorio – lo ha fatto anche l’Italia in diverse occasioni -, ma un approccio di questo tipo è un approccio che bisogna saper rafforzare e mettere a sistema se vogliamo essere competitivi con altri attori che sono molto presenti e che hanno secondo me un approccio diverso.
Questa capacità di immaginare la cooperazione come un rapporto da pari a pari, e non come un semplice aiuto di chi ti vede in difficoltà e vuole essere a posto con la sua coscienza dandoti una mano, è una cosa che viene molto ben vista da questi interlocutori che sono stanchi di essere considerati o trattati semplicemente come persone che vanno salvate da qualcosa. Questo è il primo elemento” ha spiegato Meloni nella prima riunione della cabina di regia sul Piano Mattei.
Non iniziative spot, ma percorsi seri
“Il secondo elemento è la condivisione. Noi non ci siamo approcciati con i Paesi con i quali ci siamo incontrati, con i quali abbiamo dialogato e con i quali stiamo già lavorando, cercando di spiegare a loro cosa fosse necessario per loro. Noi abbiamo detto quali erano secondo noi le priorità di intervento sulle quali l’Italia era anche meglio capace di lavorare, ma quello che noi stiamo facendo con il Piano Mattei è condividere con i Paesi nei quali operiamo attraverso il Piano, su quali siano, nell’ambito delle cose che l’Italia sa fare bene, quelle che per loro sono prioritarie. E quindi anche in questo c’è un rapporto da pari a pari e una cooperazione strutturale che diventa cooperazione di medio e lungo periodo nella capacità di costruire insieme risposte durature, non iniziative-spot”, continua Meloni.
Basta chiacchere, adesso solo concretezza
“Il terzo elemento, che forse è il più importante di tutti perché davvero fa la differenza con molto di quello che è accaduto in passato, è la concretezza. Quell’apertura di credito si conferma se noi dimostriamo che non abbiamo convocato l’ennesima Conferenza per chiacchierare, per parlare di filosofia, per fare visione, per dirci quanto siamo tutti bravi, per cercare di fare qualche passerella, ma se riusciamo – a seguito di quella iniziativa e della condivisione che in quella iniziativa abbiamo trovato e dell’apertura di credito che quella presenza significativa ci ha messo a disposizione – a essere ora molto seri nella capacità concreta di mettere a terra quello che abbiamo proposto e condiviso” ha concluso Meloni.