A quel punto, invece di rendersi conto che la cosa non piaceva, il laboratorio è stato reso obbligatorio. È semplicemente vergognoso. Per invogliare i piccoli Rom a venire a scuola, si costringono gli altri studenti a rinunciare alle ore d’Italiano per sorbirsi ore di lezione su usi e costumi Rom. Per giunta, i ragazzi sono obbligati a partecipare perché quasi nessuno si era iscritto al corso facoltativo pomeridiano. Questa non è integrazione, è una bieca coercizione imposta da quell’insano e peloso buonismo demagogico della sinistra al governo in Toscana. Questo è proprio ciò contro cui noi ci battiamo: in una società che perde l’importanza delle proprie tradizioni e il senso delle sue radici c’è chi preferisce obbligare gli altri allo studio della cultura Rom. Una follia.