Mentre invocavano il salario minimo non pagavano i contributi per la cassa integrazione ai propri dipendenti e mentre gridavano allo scandalo contro la rottamazione ne usufruivano, sono sempre loro: quelli del Partito Democratico
Vi ricordate nei mesi scorsi le due principali campagne del Partito democratico? La battaglia per il salario minimo e la guerra contro la rottamazione delle cartelle. Grazie ad un’inchiesta del quotidiano online Open scopriamo che mentre invocavano il salario minimo, il Pd non pagava i contributi per la cassa integrazione ai propri dipendenti. Ma non solo. Gridavano allo scandalo contro la rottamazione delle cartelle esattoriali voluto dal governo. “Favorisce evasori e criminali”, dicevano”. E poi? L’hanno chiesta anche loro la rottamazione, il Pd! I sinistri sono sempre fantastici.
La doppia morale della sinistra: il condono “aiuta gli evasori”, ma se lo fanno loro va bene
“Ecco il condono, che con la destra non può mai mancare, come un marchio di fabbrica”, disse Stefano Bonaccini. “Regala un miliardo per il condono, un passo indietro rispetto alla lotta all’evasione”, commentò, di corsa, Giuseppe Provenzano. “Quel condono è uno schiaffo a chi è in regola”, commentò il responsabile economico del Partito Democratico, Antonio Misiani. “Diciamo basta a qualsiasi forma di condono, basta favorire gli evasori, basta aiutare dei criminali”, aggiunse il capogruppo del PD in commissione Bilancio della Camera, Ubaldo Pagano.
Sono solo alcuni dei commenti della sinistra nel novembre del 2022 quando il governo Meloni approvò la sua prima Legge di Bilancio nella quale era anche contenuta la cosiddetta “rottamazione quater”, concernente le cartelle esattoriali. Hanno avuto addirittura il coraggio di definirla “un regalo per gli evasori”, ma oggi sono proprio loro a beneficiarne: che faccia tosta. Hanno cambiato idea? Non ci stupiamo. La doppia morale della sinistra colpisce ancora: le vittime, questa volta, solo loro stessi che commettono un clamoroso autogol.
Alla propaganda del Pd non ci crede più nessuno
Come riporta il quotidiano online Open, è proprio lo stesso Partito Democratico ad ammettere di aver fatto ricorso al tanto criticato strumento fiscale introdotto dal governo Meloni che, almeno all’epoca, definirono “un aiuto agli evasori”. Infatti, nella nota integrativa al bilancio 2023 del Partito democratico, con una (quasi) indecifrabile, ma sicuramente astrusa, frase viene dato atto di aver fatto ricorso proprio al condono previsto dal governo Meloni.
Si legge, infatti, che: “il Partito, nell’anno 2023, ha ricevuto l’accoglimento della domanda presentata per l’adesione alla Definizione agevolata, prevista della Legge n. 197/2022. Conseguentemente, con riferimento ai Debiti verso Istituti di Previdenza, procederà a versare entro il 30/11/2027 le minori somme dovute”.
In termini comprensibili, si legge, invece, come richiesta all’Agenzia delle entrate, poi approvata, di sanatoria, così risparmiando le sanzioni previste e facendosi ammettere alla rateizzazione dei contributi per il personale che il partito non aveva versato agli istituti di previdenza, tra i quali, sembrerebbe, Inps e Inpgi. Lo hanno fatto evidentemente per evitare le sanzioni sulla cassa integrazione non pagata. Insomma secondo loro sarebbe uno scandalo, ma se lo fanno loro va bene.
Meloni: “Per la sinistra i cittadini bisognosi sono evasori, mentre Pd può usare la misura”
“Ricordate quando il Pd, commentando la prima legge di bilancio del Governo che introduceva la rottamazione quater, definiva quest’ultima un ‘favore a evasori e criminali’? Tramite un’inchiesta di Open, scopriamo oggi che proprio loro ne avrebbero beneficiato. Prendiamo atto che per la sinistra i cittadini bisognosi sono evasori e criminali, mentre in casa Pd si può tranquillamente usare la stessa misura che tanto hanno criticato”, ha dichiarato il Presidente Giorgia Meloni.