Appena tre settimane fa Stefano Parisi affermò che si sarebbe presentato ad eventuali primarie per scegliere il leader del centrodestra. Oggi, con una clamorosa retromarcia, le boccia senza indugi definendole “fonti di grandissime divisioni”. Parisi cambia rotta perché si sente crollare la terra sotto i piedi: le ambiguità sull’ipotesi di larghe intese per il post-referendum e le strizzate d’occhio alla Merkel che in Germania prende schiaffoni alle elezioni regionali gli stanno facendo perdere consenso. Le primarie hanno certamente dei limiti, ma i limiti delle decisioni prese da Arcore sono molto più evidenti: il centrodestra non potrà mai ripartire guardandosi indietro