Nel 2000 in piazza Duomo a Firenze, tra il Battistero di Ghiberti, il cupolone di Brunelleschi e il campanile di Giotto, una gruppo di somali si accampò per chiedere più diritti.
Per tre mesi bivaccarono nel cuore mondiale dell’arte senza che dalle Istituzioni nessuno muovesse un dito per allontanarli. Oggi dopo 14 anni arriva agli ex-campeggianti la richiesta di sanare l’evasione fiscale per l’avvenuta occupazione di suolo pubblico con la relativa multa. Meglio tardi che mai!
Ed ecco che i somali, con incredibile arroganza protestano e inviano subito ai giornali e alle agenzie un comunicato stampa per chiedere di non pagare. Accampando (sono esperti) motivazioni burocratiche e minacciando ricorsi e proteste.
Firenze non ha dimenticato la ferita di quell’orrida tendopoli. Osman Gaal, capo dei musulmani che non vuole pagare, ringrazi che le nostre istituzioni sono deboli: un buon Sindaco avrebbe chiesto anche il risarcimento per i danni arrecati all’immagine della città.
Se a montare quella tenda fossero stati degli italiani che non arrivavano alla fine del mese sarebbero subito stati “sbaraccati” e processati, ma a ‘terzomondisti’ e musulmani si consente sempre tutto per paura di essere giudicati insensibili e razzisti.
Sono basito del fatto che dopo aver bivaccato abusivamente per 3 mesi accanto al Battistero, nel cuore dell’arte mondiale oggi vorrebbero pure non pagare le tasse evase di occupazione di suolo pubblico.
Spero che prima di condonare le tasse a Osman Gaal le autorità si preoccupino delle aziende italiane con i sigilli che aspettano magari da anni di riscuotere dallo Stato insolvente.
Visto che Osman Gaal voleva campeggiare abusivamente e a scrocco in uno scorcio da cartolina mi viene spontaneo dirgli “Nè sorrisi, nè baci, ma paga la tassa e taci.”