Dopo Sesto Fiorentino adesso anche Prato. Basta con l’islamizzazione della Toscana. Nessuna moschea può essere accettata senza trasparenza sulla provenienza dei fondi utilizzati per realizzarla: vogliamo sapere da dove provengano i 460mila euro utilizzati per l’acquisto dell’immobile.
E’ necessario conoscere uno ad uno i nomi di tutti i finanziatori: la libertà di culto di alcuni non può e non deve minare il diritto alla sicurezza di tutti.
Io la penso così e questo punto sarà al centro del mio impegno anche in vista delle prossime elezioni politiche del 4 marzo, che mi vedranno capolista alla Camera per Fratelli d’Italia in Toscana.
Nessuno può negare che siano islamici i terroristi che hanno insanguinato le capitali europee, ed è un dovere imprescindibile, da parte delle istituzioni, verificare che quei soldi non provengano da stati che finanziano le organizzazioni terroristiche come l’Isis o movimenti fondamentalisti come i fratelli musulmani.
In luoghi del genere si deve poter entrare soltanto esibendo un documento e consentire sermoni e insegnamenti soltanto in lingua italiana. Invece vediamo che a Prato vogliono addirittura usare quella struttura per insegnare l’arabo.
La sinistra al governo a Prato, come in altri comuni, sta permettendo la realizzazioni di questi luoghi senza verificare adeguatamente la loro pericolosità.
Noi non accetteremo che i cittadini debbano subire tutto ciò senza essere neanche consultati.