Il Comitato organizzatore non ha ancora pagato.
Comuni e Regione si sono presi i meriti dell’evento sulla pelle delle imprese.
Sono passati quasi due anni dalla fine dei Mondiali di Ciclismo, ma a Firenze ci sono ancora molte aziende che devono essere pagate per il lavoro compiuto: una stima, al ribasso, parla di almeno 1,5 milioni che il Comitato organizzatore deve ancora saldare ad almeno una ventina di piccole e medie imprese. La manifestazione ha portato lustro e visibilità alla Toscana, è vero, ma una volta spenti i riflettori sulla kermesse iridata un aspetto è apparso subito chiaro: Regione e Comuni hanno celebrato il successo della manifestazione sulla pelle degli imprenditori toscani. Uomini e donne che non hanno mai incassato ciò che era loro dovuto, da un minimo di 10mila a un massimo di svariate centinaia di migliaia di euro, e che in qualche caso rischiano tuttora di dover chiudere bottega per le fatture inevase dagli organizzatori del Mondiale. Gli enti locali potranno anche avere regolarmente pagato ciò che avevano messo a bilancio per la manifestazione ma ciò non significa che ora debbano lavarsi le mani di fronte ai mancati pagamenti dei fornitori da parte del Comitato organizzatore. In fondo, molti imprenditori hanno accettato di lavorare a fronte di acconti minimi, anche per il ruolo di ‘garanzia’ che avevano i Comuni e la Regione Toscana.
Anche sulla puntualità dei pagamenti istituzionali, poi, Donzelli chiede chiarezza: Il Comitato ha sottolineato i ritardi nell’erogazione dei fondi (‘se i contributi degli Enti fossero pervenuti regolarmente e tempestivamente la situazione contabile sarebbe in perfetto equilibrio’ spiega una mail della segreteria organizzativa, datata 10 gennaio 2014, in risposta alle lamentele dei fornitori) e vogliamo sapere se effettivamente Comuni e Regione hanno ancora soldi da dare al Comitato. A quest’ente Palazzo Vecchio ha destinato 1,3 milioni, mentre Palazzo Strozzi Sacrati ha contribuito con 400mila euro dei 18,5 milioni complessivi stanziati, serviti anche per riasfaltare le strade interessate dalle gare. Giova ricordare che quello toscano è stato uno dei Mondiali più costosi della storia: oltre 40 milioni di euro, a fronte degli 11 spesi per Mendrisio 2009 e dei 10 di Copenaghen 2010. A due anni di distanza dal Mondiale, alcune aziende hanno intrapreso azioni legali (entro un mese è prevista la prossima udienza al tribunale di Firenze) mentre altre hanno preferito seguire canali extragiudiziali: Ci sono imprenditori che hanno paura di far valere le proprie ragioni per timore di ritorsioni o nella speranza che col silenzio si guadagneranno un giorno la possibilità di rientrare del credito, e altri che invece sono in stretto contatto col comitato. Ci risulta che alcune aziende siano invece state pagate, e vorremmo sapere con quale criterio: forse c’entrano amicizie e legami con uomini politici di peso? Noi chiediamo che non si seguano corsie preferenziali né si chiedano sconti: è giusto che chi ha creduto nel Mondiale, fidandosi della partecipazione del pubblico, abbia ciò che gli spetta. La cifra che attualmente la Federazione ciclistica sembra avere a disposizione, meno di 1,2 milioni, non è sufficiente.
Anche sulla puntualità dei pagamenti istituzionali, poi, Donzelli chiede chiarezza: Il Comitato ha sottolineato i ritardi nell’erogazione dei fondi (‘se i contributi degli Enti fossero pervenuti regolarmente e tempestivamente la situazione contabile sarebbe in perfetto equilibrio’ spiega una mail della segreteria organizzativa, datata 10 gennaio 2014, in risposta alle lamentele dei fornitori) e vogliamo sapere se effettivamente Comuni e Regione hanno ancora soldi da dare al Comitato. A quest’ente Palazzo Vecchio ha destinato 1,3 milioni, mentre Palazzo Strozzi Sacrati ha contribuito con 400mila euro dei 18,5 milioni complessivi stanziati, serviti anche per riasfaltare le strade interessate dalle gare. Giova ricordare che quello toscano è stato uno dei Mondiali più costosi della storia: oltre 40 milioni di euro, a fronte degli 11 spesi per Mendrisio 2009 e dei 10 di Copenaghen 2010. A due anni di distanza dal Mondiale, alcune aziende hanno intrapreso azioni legali (entro un mese è prevista la prossima udienza al tribunale di Firenze) mentre altre hanno preferito seguire canali extragiudiziali: Ci sono imprenditori che hanno paura di far valere le proprie ragioni per timore di ritorsioni o nella speranza che col silenzio si guadagneranno un giorno la possibilità di rientrare del credito, e altri che invece sono in stretto contatto col comitato. Ci risulta che alcune aziende siano invece state pagate, e vorremmo sapere con quale criterio: forse c’entrano amicizie e legami con uomini politici di peso? Noi chiediamo che non si seguano corsie preferenziali né si chiedano sconti: è giusto che chi ha creduto nel Mondiale, fidandosi della partecipazione del pubblico, abbia ciò che gli spetta. La cifra che attualmente la Federazione ciclistica sembra avere a disposizione, meno di 1,2 milioni, non è sufficiente.