Riconoscimento dei Paesi sicuri e individuazione di hub per i rimpatri fuori dall’Ue: i modelli italiani di lotta ai trafficanti di esseri umani e di contrasto all’immigrazione clandestina fanno scuola in Europa
Spiace per i sinistri che ogni giorno tifano contro l’Italia, ma le parole del Presidente della Commissione Ue certificano che l’Europa segue la linea italiana in materia di contrasto all’immigrazione clandestina e di lotta senza tregua ai trafficanti di esseri umani. Grazie all’incessante lavoro di Giorgia Meloni adesso in Europa c’è più Italia.
Immigrazione al centro del prossimo consiglio europeo
La Commissione europea presenterà a marzo la sua nuova proposta legislativa sui rimpatri dei migranti irregolari giunti nell’Ue e che non hanno diritto all’asilo. Lo ha annunciato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, nella lettera sul tema dell’immigrazione ai capi di Stato e di governo in vista del Consiglio europeo, che scrive: “Come annunciato nella mia lettera del 14 ottobre, un quadro legislativo più forte nell’area dei rimpatri sarà una delle prime proposte principali del nuovo collegio e una proposta per un nuovo approccio comune sui rimpatri sarà presentata prima del Consiglio europeo di marzo”, ovvero il vertice dei capi di Stato e di governo previsto per il 20 marzo.
Europa a trazione Meloni: i centri in Albania diventano un modello
“L’obiettivo è rendere il processo di rimpatrio più semplice, rapido ed efficiente, per portarlo al nuovo standard della procedura di asilo semplificata ai sensi del Patto sull’immigrazione e l’asilo. La nuova legislazione coprirà anche i diritti e gli obblighi dei rimpatriati, incentivando la loro cooperazione e chiarendo al contempo le conseguenze di una loro mancata cooperazione, affrontando così efficacemente il divario tra le decisioni di rimpatrio emesse e i rimpatri effettivi”, precisa ancora il presidente della Commissione.
Il Presidente della Commissione annuncia anche che continuano i lavori sui modi innovativi di gestire l’immigrazione irregolare e per precisare il concetto dei centri per i rimpatri (“hub di rimpatrio”) in paesi terzi sicuri, sui quali chiarisce che: “Stiamo valutando il modo migliore per introdurre nel quadro giuridico la possibilità di istituire questi hub. Dobbiamo esaminare gli aspetti legali, operativi e pratici, nonché le implicazioni finanziarie di tali hub, nel rispetto dei diritti fondamentali e del principio di non respingimento. Oltre al lavoro con organizzazioni internazionali come Unhcr e Oim, la cooperazione con i paesi terzi sarà fondamentale per il nostro successo, anche come parte del lavoro per sviluppare partenariati più approfonditi”.
Anticipiamo la revisione dei Paesi sicuri
“Il Patto stesso introduce già elementi innovativi, tra cui l’allineamento del concetto di paese terzo sicuro nel regolamento sulla procedura di asilo con gli standard internazionali, introducendo al contempo una maggiore flessibilità per la sua applicazione rispetto all’attuale ‘acquis’ (diritto acquisito, ndr). Stiamo accelerando la revisione di questo concetto, avviando consultazioni con gli Stati membri, il Parlamento europeo, l’Unhcr e l’Oim e alcune Ong mirate, per valutare se siano necessarie modifiche al regolamento.
Mentre il regolamento (sull’asilo, ndr) si applicherà da giugno 2026, stiamo valutando come possiamo promuovere l’applicazione di questi concetti. Abbiamo già chiesto all’Agenzia dell’Ue per l’asilo di accelerare l’analisi dei paesi terzi specifici che potrebbero potenzialmente essere designati come paesi di origine sicuri e paesi terzi sicuri, al fine di stilare elenchi Ue”, conclude von der Leyen.