Meloni: “Contrarissima alla cittadinanza breve”

Sul referendum: “Una questione interna alla sinistra. Astensione diritto di tutti, non solo di sinistra”

Dai referendum al ‘Decreto Sicurezza’, dalla guerra in Medioriente a quella Russa-Ucraina, dalle regionali ai finanziamenti al cinema: ecco l’intervista del Presidente Giorgia Meloni a ‘Il Giorno de La Verità’ a Palazzo Brancaccio, ospite del Direttore Maurizio Belpietro.

Direttore Belpietro: Senta, partiamo subito dalla questione che ha fatto discutere in questi giorni, cioè della questione del vado ai seggi ma non ritiro la scheda. Cosa c’è di tanto strano? Perché ha scelto di fare una cosa del genere? Si aspettava tutta questa polemica? 

Presidente Meloni: La polemica ormai me l’aspetto su qualsiasi cosa, dopodiché perché ho scelto di dire che andrò al seggio ma non ritirerò la scheda. Ho scelto di dire che vado al seggio banalmente perché sono il Presidente del Consiglio dei Ministri, penso che sia giusto dare un segnale di rispetto nei confronti delle urne, dare un segnale di rispetto nei confronti dell’istituto referendario. Dopodiché, con sfumature diverse, non condivido i contenuti dei referendum e come sempre nella storia di questa Nazione, quando non si condividono i contenuti di un referendum c’è anche l’opzione della astensione, perché come ci insegna un Partito serio in Italia, non votare al referendum è un mio diritto, è un diritto di tutti, è un diritto dei lavoratori e dei non lavoratori.

Allora non ho capito è un diritto dei lavoratori e dei non lavoratori solo di sinistra o è un diritto dei lavoratori e dei non lavoratori anche che non sono di sinistra? Allora, io penso che su queste cose bisogna essere seri, nella storia della Repubblica italiana tutti i partiti, a fasi alterne, hanno fatto campagne per l’astensione ai referendum quando non condividevano i referendum e penso che i diritti valgano per tutti. Dopodiché, aggiungo anche che secondo me c’è un tema di “metodo” perché molti di quelli che mi redarguiscono per questa scelta sono stati al governo negli ultimi dieci anni. Ora qui parliamo di referendum che tendenzialmente per la gran parte aboliscono delle leggi o parti di leggi fatte dalla sinistra, che adesso la sinistra che sta all’opposizione chiede di abolire, quindi “se la cantano e se la suonano” sempre a Roma si dice, o comunque fanno e disfano, ma io penso che se le materie che si pongono oggi all’attenzione degli italiani fossero state così dirimenti, la sinistra, quando governava questa Nazione, le poteva tranquillamente modificare in Parlamento. Invece di chiedere di spendere altri 400 milioni di euro per interrogare gli italiani su qualcosa che il Parlamento poteva fare tranquillamente e che queste persone avrebbero potuto fare tranquillamente. 
Dopodiché non metto bocca perché rispetto l’istituto referendario, è una questione che mi pare più interna alle varie correnti della sinistra, segnalo sommessamente che la cosa che ho dichiarato io l’hanno dichiarata anche diversi esponenti attuali di massimo spicco del Partito Democratico che hanno dichiarato che su alcuni referendum si recheranno alle urne ma non ritireranno la scheda, mi pare Guerini, Picierno, e altri. E quindi torno alla domanda iniziale, abbiamo gli stessi diritti o abbiamo dei diritti più ristretti? Io non penso che abbiamo dei diritti diversi da quelli della sinistra e quindi rivendico questa decisione. 

Direttore Belpietro: Ma lei pensa che sia un referendum dentro la sinistra, cioè per decidere quale delle due fazioni è favorevole oppure no? 

Presidente Meloni: Io penso che sia tutta una questione interna alla sinistra perché ripeto parliamo di questo, parliamo di norme fatte da loro che adesso loro chiedono di abrogare, è tutta una cosa a quale noi siamo entrati così insomma… 

Direttore Belpietro: Lei ha detto prima con sfumature diverse ho delle opinioni sui vari quesiti referendari. Ma sul tema della cittadinanza che opinione ha? 

Presidente Meloni: Sono contrarissima a dimezzare i tempi della cittadinanza, continuo a ritenere che la legge sulla cittadinanza in Italia sia una ottima legge, tra l’altro molto aperta, nel senso che noi siamo da svariato tempo tra le Nazioni europee che ogni anno concede il maggior numero di cittadinanze e quindi non sono per modificare i tempi della cittadinanza. 
Cosa diversa è modificare e accelerare l’iter burocratico una volta che si ha il diritto di accedere alla cittadinanza per ottenerla ed è una materia che come sa ci interessa sulla quale lavoriamo. Ma io non sono per dimezzare i tempi della cittadinanza e quindi non contribuirò ad aiutare un referendum che vuole portare a cinque anni i tempi per la concessione della cittadinanza alle persone straniere in Italia. 

Direttore Belpietro: Presidente, prima le ho fatto la battuta sulla legislatura, arriveremo alla fine, quindi io la inviterò, e forse anche su una legislatura futura. Perché ogni tanto, innanzitutto non è mai accaduto che un governo concludesse la legislatura. L’unico caso che io ricordi è quello del Governo Berlusconi, ma si fece un rimpasto e quindi si nominarono altri ministri. Un governo che è stato incaricato all’inizio della legislatura e arriva alla fine nella storia della Repubblica non c’è. Quindi, siccome ogni tanto leggo di contrasti tra i gruppi che compongono la maggioranza, secondo lei c’è una manovra per provare a mandare a casa questo governo e magari costituire una nuova maggioranza, soprattutto in vista della prossima legislatura, che fra l’altro, lo dico qui, dovrà persino designare il futuro Presidente della Repubblica? 

Presidente Meloni: Guardi, che si tenti di osteggiare il Governo mi sembra la cosa più naturale del mondo, che ci si riesca mi pare oggi la cosa più difficile, nel senso che la maggioranza è una maggioranza compatta che lavora bene, e, come ho detto tante volte, la compattezza di una maggioranza al di là delle letture si vede dalla quantità di risposte che è in grado di produrre, e mi pare che questo Governo di risposte ne abbia date, ne abbia date molte.

Direttore Belpietro: Lei prima diceva quando incontro gli altri Premier di altri Paesi mi dicono della stabilità… ma in realtà leggendo alcune ricostruzioni ma soprattutto le dichiarazioni di alcuni esponenti dell’opposizione, l’Italia, e quindi anche lei che la rappresenta, sarebbe isolata. E lei viene anche da un incontro con il Presidente Macron. L’abbiamo ricostruito questo isolamento, l’abbiamo rotto? 

Presidente Meloni: Guardi, sull’isolamento non rispondo proprio. Penso che le persone dotate di senno vedano la realtà delle cose. Tutto si può dire fuorché che l’Italia sia isolata. Piuttosto credo che l’Italia abbia ritrovato un suo protagonismo, che lo abbia fatto con l’autorevolezza e con la franchezza che secondo me le devono essere proprie, penso che quello su cui non ci capiamo è il seguente. Dopo la caduta dell’ultimo governo di centrodestra si è tentato di passare il messaggio che l’unico ruolo possibile per l’Italia in politica estera fosse quello dello “junior partner” di Francia e Germania. Io sono oggettivamente un tantino più ambiziosa, penso che l’Italia debba ricordarsi che è una grande Nazione, che ha una potenza economica, che ha fondato l’Unione europea, che ha fondato la NATO, la cui centralità, il cui peso è riconosciuto all’estero. Se noi siamo consapevoli del nostro peso, e quindi è evidente che bisogna andare d’accordo, che si cerca di avere cooperazione, collaborazione, buoni rapporti con la Francia, con la Germania, io ho un ottimo rapporto con il nuovo cancelliere tedesco, con Emmanuel Macron abbiamo fatto un bilaterale di tre ore, ma le materie che Francia e Italia insieme lavorano sono una infinità.

Direttore Belpietro: In queste riunioni con Trump, con Ursula von der Leyen, si arriva al dunque dei dazi secondo lei? 

Presidente Meloni: Guardi, io ci sto lavorando molto, penso che il lavoro diplomatico che l’Italia ha fatto per favorire un avvicinamento sia stato molto utile, dopodiché il dossier in sé non è nelle nostre mani, è nelle mani della Commissione, ovviamente non sono gli Stati membri che trattano, io ho dato i miei consigli alle persone che sono coinvolte. Penso che ci sia forse, a volte, anche un problema di comunicazione, da una parte un approccio molto di dettaglio che è quello della Commissione europea e dall’altro un approccio più politico, quindi bisogna riuscire a trovarsi però io sono sufficientemente positiva sul fatto che continuando a favorire momenti di incontro, continuando a favorire anche una composizione che va oltre il tema specifico dei dazi ma che riguarda il rapporto transatlantico e il ruolo dell’Occidente nell’attuale dimensione.

Direttore Belpietro: Pensa che si arriverà invece a una pace in Ucraina o pensa che Putin stia semplicemente prendendo tempo per cercare di riorganizzare le proprie file. Qui sentivamo prima il numero di effettivi arruolati da Putin ma anche le riserve, stiamo parlando di 6 milioni e mezzo di militari. 

Presidente Meloni: Guardi, i segnali non sono incoraggianti francamente, i segnali non sono incoraggianti e in qualche maniera ci dicono qualcosa di più, anche rispetto ai dibattiti che noi abbiamo fatto in patria, nel senso c’è stato per lungo tempo il dibattito su quali fossero le cause della guerra in Ucraina, se le cause della guerra in Ucraina fossero effettivamente una certa assertività americana durante l’amministrazione Biden, e quella che la Russia percepiva come una minaccia di ingresso dell’Ucraina nella NATO o piuttosto, come io ritengo, il fatto che Putin avesse, covasse, un sogno di recupero delle sue aree, delle vecchie aree di influenza russa. Purtroppo quello che accade in queste settimane racconta molto, perché se la tesi fosse stata quella che alcuni hanno sostenuto  – appunto la minaccia dell’ingresso dell’Ucraina nella NATO – allora di fronte a un presidente americano Donald Trump che oggi dice l’opzione dell’Ucraina nella NATO non è sul tavolo e la Russia deve essere reinserita nella comunità internazionale, ci si aspetterebbe da parte della Russia di fare chiari, repentini, passi in avanti nella direzione di una pace. E invece questo non sta accadendo. Quello che accade è esattamente il contrario, quello che accade è che la Russia continua a rispondere a queste aperture con bombardamenti delle infrastrutture civili e con proposte che vengono portate ai tavoli negoziali che sono buone per la propaganda interna, ma non sono buone per qualsiasi soluzione tipo “denazifichiamo l’Ucraina” e quindi, temo che torniamo alla vera ragione per la quale la Russia ha invaso l’Ucraina e cioè le sfere di influenza, cioè quello che Putin racconta come tornare ai confini storici della Russia. Quali siano questi confini è molto difficile dirlo ma quei confini potrebbero coinvolgere la Moldova, potrebbero coinvolgere la Polonia, i Baltici, la Finlandia. E quindi, quando io ho deciso di sostenere l’Ucraina e continuo a sostenere l’Ucraina, al di là del fatto che sono convinta che un popolo sovrano, una Nazione sovrana debba potersi difendere ad un’invasione, l’ho fatto in realtà prevalentemente per un’altra ragione che era questa. E cioè se l’Ucraina fosse capitolata immediatamente, noi avremmo rischiato di trovarci una guerra più vicina a casa nostra. Noi ci saremmo trovati in una situazione di maggiore caos di quella che viviamo oggi in ogni caso. E poiché la pace è deterrenza, l’unica cosa che noi potevamo fare, perché se questo muove Putin noi non avevamo scelta, l’unica cosa che noi potevamo fare era rendere la guerra in Ucraina difficile, era renderla non conveniente, era costruire quella deterrenza e quell’equilibrio che è la condizione per qualsiasi pace. Se oggi in ogni caso si comincia a parlare di un tavolo negoziale se oggi qualcuno è costretto in ogni caso a sedere a un tavolo negoziale, è perché è stata costruita quella deterrenza. Dopodiché noi oggi dobbiamo ovviamente continuare a spingere, sostenendo tutti gli sforzi che vengono fatti. Quindi sicuramente gli sforzi del Presidente degli Stati Uniti ma anche la mediazione Presidente turco Erdogan fino alle disponibilità del Pontefice a ospitare i negoziati in Vaticano per costringere la Russia a sedere, non solo a sedere al tavolo, ma a sedere al tavolo in modo serio, perché fino ad oggi si diceva l’Ucraina non vuole la pace e invece la Russia quasi quasi sì. La tesi è un po’ bizzarra, però l’Ucraina ha detto di sì un cessate il fuoco, l’Ucraina ha detto di sì un incontro di vertice, l’Ucraina ha fatto tutto quello che doveva fare. Dall’altra parte segnali non sono ancora arrivati. 

Direttore Belpietro: Mentre per quanto riguarda Gaza cosa cosa si può fare per costringere le parti a cessare il fuoco? A lei l’accusano anche di non aver preso posizioni decise da questo punto di vista, cosa risponde? 

Presidente Meloni: Rispondo che tutti gli attori della regione del Medio Oriente riconoscono l’Italia come uno degli interlocutori più seri e credibili e questo mi basta, al di là delle polemiche. Dopodiché penso che il Governo sia stato molto chiaro dall’inizio, siamo stati chiari e siamo chiari nel ricordare che questa guerra è stata iniziata da Hamas e siamo chiari anche nel ricordare che è sempre Hamas il principale responsabile di una guerra che continua nel momento in cui si rifiuta di liberare gli ostaggi. Dopodiché il Governo però ha anche detto che la legittima reazione di Israele a questi inaccettabili attacchi terroristici ha assunto dei contorni inaccettabili, che dal nostro punto di vista Israele deve fermare immediatamente, tutelando la popolazione civile. Ma noi abbiamo agito, non abbiamo parlato, perché noi siamo credo uno dei Paesi al mondo che ha aiutato di più la popolazione di Gaza. Lo abbiamo fatto con i fatti, lo abbiamo fatto anche grazie al dialogo che abbiamo con il governo israeliano, immagino che il Ministro Tajani avrà già parlato di tutto quello che abbiamo fatto quindi non ci torno sopra, ci viene riconosciuto. Che cosa bisogna fare? Io continuo a credere che gli attori chiave di questa vicenda siano i Paesi del Golfo, i Paesi arabi che come lei sa hanno presentato un piano di ricostruzione per Gaza. Io voglio anche dire che in questi anni i leader di questi Paesi si sono comportati in modo estremamente responsabile e penso che bisogna dar loro una mano, penso che siano l’elemento che può fare la differenza nel trovare una ricomposizione. Dopodiché sappiamo che c’è anche l’Iran e qui la questione si complica, ma è la ragione per la quale stiamo anche sostenendo i colloqui negoziali tra Iran e Stati Uniti che come lei sa l’Italia ha anche ospitato. 

Direttore Belpietro: Senta Presidente, torniamo un attimo in Italia anche perché ieri si è votato il Decreto sicurezza. Vi accusano di voler instaurare una sorta di regime e di limitare le libertà costituzionali, di manifestare, di impedire il dissenso, di voler mettere in galera le persone e così via. 

Presidente Meloni: Allora, ci accusano di autoritarismo per il Decreto sicurezza, dopodiché lei conosce bene le norme del Decreto ma insomma vale la pena ricordare qualche titolo. Il Decreto sicurezza è un decreto che prevede un inasprimento delle norme delle pene per chi insulta e aggredisce le Forze dell’ordine; prevede la possibilità per le forze dell’ordine e i militari che sono sotto indagine per questioni inerenti il loro servizio di avere una tutela legale; prevede una stretta contro i borseggi; prevede una stretta contro la possibilità che si mandino i minori a fare accattonaggio; prevede una stretta contro le truffe agli anziani; prevede norme di estrema celerità per sgomberare le case occupate e prevede delle norme che inaspriscono le pene per chi, per manifestare blocca le strade e le ferrovie. Che io non considero impedire di manifestare perché tu puoi tranquillamente manifestare senza ledere i diritti degli altri, perché se io per manifestare devo bloccare un treno o devo bloccare una strada, impedendo alle persone di dare corso alla loro vita. Immaginatevi qualcuno, non lo so, che deve andare a dare l’esame all’università e non può arrivarci perché la metro è bloccata da qualcuno che vuole manifestare, quella persona può perfettamente manifestare senza impedire a qualcun altro di fare quello che deve fare. Dopodiché anche per tutte queste norme che le ho velocemente elencato, Direttore Belpietro, dice l’autoritarismo… l’autoritarismo è una contrazione delle libertà, quali sono le libertà che noi staremmo comprimendo? Cioè la libertà di scippare le cose, la libertà di occupare le case, la libertà di truffare gli anziani, la libertà… guardate se la sinistra considera che queste sono libertà io sono contenta e fiera di stare dall’altra parte, perché non le considero libertà. E penso che la prima libertà dei cittadini sia avere una sicurezza garantita dallo Stato e avere uno Stato che riconosce le persone perbene da chi perbene non è, e che sia invece fermo verso chi non è perbene, questa è la cosa più banale del mondo, ok? E quindi per me possono fare tutti i cinema che vogliono, sono fiera di queste norme e penso che ne servano anche delle altre. 

Ecco l’intervista integrale al Presidente Meloni.