Una maestra elementare è stata condannata per abuso di mezzi di correzione per aver sgridato i suoi alunni che avevano sporcato il muro di feci.
E’ l’incredibile storia che arriva da Fornovo Taro, in provincia di Parma, e che è raccontata stamani da alcuni quotidiani.
La vicenda risale a oltre quattro anni fa, quando un gruppo di alunni aveva imbrattato con le feci i bagni di una scuola elementare. La maestra ha sgridato i bambini per il fatto e in tutta risposta si è beccata una denuncia dai genitori.
La storia
La maestra, oggi 60enne, era stata chiamata per una supplenza in una classe quinta elementare. Nel corso di una giornata di lezione però si è vista arrivare in classe una custode dell’istituto infuriata con i suoi alunni, rei di aver imbrattato i muri del bagno con le feci.
Forse ai bambini sembrava uno scherzo e non un gesto vandalico, tanto che dopo la sonora sgridata della maestra sono corsi in bagno per guardare lo ‘scherzo’ dei compagni. Nuova sgridata per gli alunni indisciplinati, che però sono corsi a casa a piangere e a lamentarsi per il comportamento della maestra.
E così sono partite una serie di denunce dei genitori nei confronti dell’insegnante, colpevole a loro dire di aver insultato i bambini.
Una versione, quella resa nella denuncia, molto differente da quella raccontata dalla maestra e dai bidelli.
I bambini, secondo il racconto dei genitori, sarebbero stati ricoperti di insulti e uno di loro addirittura preso per il colletto del grembiule.
Il resto è una lunga vicenda giudiziaria, partita da una denuncia delle famiglie ai Carabinieri e proseguita con un processo per abuso di mezzi di correzione. La maestra dovrà anche pagare le spese legali e processuali.
Sul caso sono intervenuti anche i deputati di Fratelli d’Italia Paola Frassinetti e Ella Bucalo, responsabile scuola.
La posizione di Fratelli d’Italia
Questa sentenza mette in discussione l’autorevolezza dei maestri che non potrebbero più neanche rimproverare i loro alunni per aver compiuto atti vandalici“, scrivono i parlamentari di FdI.
“Inoltre la vicenda appare ancor più surreale se si considera che il PM aveva chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste. Si stigmatizza poi il comportamento dei genitori da cui è partita la denuncia verso l’insegnante“.
“La scuola non potrà mai essere davvero educativa se i genitori tutelano i figli anche quando sbagliano, accusando i docenti e limitando di fatto la loro autorevolezza”, concludono Frassinetti e Bucalo.