«Lo Ius Scholae non ci interessa». La mia intervista al Corriere della Sera

«Con il governo Meloni, grazie alla sua capacità, di tutti i ministri, dei leader dei partiti, dei parlamentari, non c’è stato un voto che abbia messo in difficoltà l’esecutivo»

di Paola Di Caro

«Forse non ci si ricorda cosa succedeva negli altri governi, con liti quotidiane, partiti che si dividevano fra loro e all’interno, crisi di governo rischiate e avvenute ogni pochi mesi, elezioni anticipate. Sembra preistoria, ma era ieri».

E ora?

«Con il governo Meloni, grazie alla sua capacità, di tutti i ministri, dei leader dei partiti, dei parlamentari, non c’è stato un voto che abbia messo in difficoltà l’esecutivo, non una spaccatura. Non ci sono stati dissensi in sede parlamentare, siamo uniti, remiamo tutti nella stessa direzione, senza stracci che volano o minacce, siamo in crescita sia come coalizione che come partiti, perché evidentemente gli italiani vogliono stabilità».

Forse gli italiani vorrebbero qualcosa di più concreto…

«Esattamente quello per cui lavoriamo. E lo dicono i numeri, altro che un emendamento ritirato dopo una normalissima discussione. Lo dicono i dati di un economia italiana sana, con lo spread da mesi sotto i 100 punti, con punte di 80, a fronte del 200 quando ci siamo insediati, gli indici di Borsa tra i migliori in Europa, l’export che cresce, le agenzie di rating che ci promuovono…».

Però Meloni e Salvini si devono sentire per un aumento di pedaggi disconosciuto da tutti.

«C’è stata una normalissima dinamica parlamentare. C’è stato un dubbio su un emendamento che era nato dal Mit e firmato da tutti, ma che in qualche senso poteva dare un’impressione sbagliata, perché noi le tasse le vogliamo tagliare e le tagliamo, a differenza di quanto vorrebbe la sinistra, quindi i leader si sono sentiti e hanno chiarito. Si sentono chissà quante volte, non c’è nulla di straordinario. Il problema sarebbe se non si parlassero, e invece no. E sinceramente, l’idea che possa essere l’opposizione a dire che siamo una maggioranza divisa…».

Che dovrebbe dirvi l’opposizione, che siete perfetti?

«No, fanno il loro mestiere, ma non troppo bene visto che su un tema per cui ci accusano di non essere in sintonia, come sulle scelte di politica estera, sono riusciti a votare a fronte delle nostre mozioni unitarie in 22 formazioni e schemi diversi… Suvvia, equilibrio».

Dovete rispondere al Paese più che all’opposizione, no?

«Certamente, e lo facciamo occupandoci di cose serie. È stato appena annunciato dal Ministro Piantedosi che ci saranno misure importanti a favore della pubblica sicurezza – abbiamo aumentato gli uomini delle Forze dell’Ordine di 14 mila unità e nei prossimi due anni arriveremo a 36 mila – e sulle body cam per evitare ogni possibile accusa strumentale agli agenti, come finalmente per la tutela legale, che già vale per i poliziotti che hanno fermato gli assassini di Legrottaglie come per i Carabinieri del caso Rami. E la lotta alla mafia. Queste sono le cose che facciamo».

Legge e ordine?

«Di certo non ci spaventa come definizione. Forse spaventa la sinistra, vedo che Schlein attacca von der Leyen perché “si è spostata troppo a destra”. Benissimo, se è così è un nostro successo, altro che “Meloni non conta in Europa”. Conta talmente tanto che sui temi dell’immigrazione, dell’economia, del Green Deal la sinistra protesta perché si va nella direzione che indichiamo noi».

Torniamo a voi: vi siete divisi sul terzo mandato.

«Non certo su una questione valoriale. Non è che io da ragazzino andavo in sezione e mi dicevano “i nostri valori sono Dio, Patria, famiglia e terzo mandato”. Era un’ipotesi. Se ne è parlato, non si è trovata un’intesa, andiamo avanti. E sceglieremo i candidati migliori, senza bandierine prefissate. Se lo diciamo noi che abbiamo la presidenza di tre Regioni, con la Lega quattro e Fl cinque, possono dirlo anche gli alleati. Non avremo problemi».

Fl insiste sullo ius scholae.

«E noi crediamo che non sia un tema che interessa agli italiani, la legge va bene come è. Lo ha confermato anche un referendum. Ci possono essere visioni diverse nella maggioranza, non siamo un partito unico, ma l’opposizione non creerà un cuneo, non si illudano».

Nemmeno sulle riforme?

«Escludo. Intanto, la separazione delle carriere è stata votata per la prima volta dal Parlamento. Era la riforma che sognava Falcone. E noi l’abbiamo fatta. Sul premierato andremo avanti e poi, collegata, faremo una legge elettorale non per favorire qualcuno, con un premio di maggioranza, equilibrata. E, ancora una volta, saranno gli italiani a dirci se sono con noi o no».