«La riforma cancellerà le correnti delle toghe rosse. Landini irresponsabile». La mia intervista a la Repubblica

Non ci sarà rimpasto. Premierato entro la fine della legislatura e l’autonomia nei tempi giusti

di Tommaso Ciriaco

Che significa “La via italiana”?

«Che grazie al lavoro di Meloni l’Italia è protagonista nel mondo. Pensi alla politica estera».

In patria però arrancate. Dopo l’abolizione del reddito di cittadinanza, poco altro: premierato al palo, autonomia bloccata, Irpef pure.

«Non è così. Oltre al reddito, che non è un dettaglio, stiamo cambiando il fisco: niente più Stato vessatore, infatti abbiamo il record di recupero dell’evasione. E poi abbiamo avviato le riforme strutturali».
Intanto è soprattutto gestione dell’esistente: manovre simili a quelle di Draghi, il voto per Ursula.

«È la sinistra che prevedeva il crollo dell’Italia con Meloni. Dicevano: arrivano gli irresponsabili, ma era solo nella loro testa. Faremo tutte le riforme nei tempi giusti. Non siamo intenzionati a vivacchiare».

La novità è che il campo largo sembra pronto. Se si salda con le proteste sindacali, l’esecutivo rischia?

«No. Il governo è solido. Non vedo scossoni. In due anni ci sono stati due soli voti negativi in commissione».

Due in un giorno. Brutto segnale?

«È sempre meglio evitare divisioni. Ma mi sembra un’inezia rispetto al lavoro fatto dall’esecutivo, che ha un consenso più alto del primo giorno».

La lite era sul taglio del canone. Alzerete comunque il tetto della pubblicità per la Rai?

«Ne discuteremo con gli alleati».

Torniamo al campo largo.

«Non è un progetto credibile, per ora. E non vedo tensioni sociali…».

E cosa vede allora?

«Chi soffia irresponsabilmente sul fuoco. Penso a Landini. L’adesione allo sciopero nella scuola era al 6%. E questo perché noi riduciamo la disoccupazione, mentre lui incita alla rivolta sociale».

Incita alla lotta sindacale, Donzelli. Parliamo di Europa: dovevate trasformarla, avete votato von der Leyen con il Pse.

«Non è così. In Consiglio i leader del Pse sono netta minoranza. E all’Europarlamento si creeranno maggioranze variabili su alcuni dossier, rendendo ininfluenti socialisti e verdi. Una nostra vittoria».

Vede una fusione tra conservatori e Ppe, in futuro?

«Immagino una maggioranza come quella del centrodestra in Italia».

Alleati anche dei neonazisti Afd?

«Io spero che maturi in Europa una convergenza tra la destra moderna e quella popolare».

Torniamo a Roma: la Consulta ha imposto modifiche all’autonomia. Stavolta procederete senza fretta?

«Faremo la riforma nei tempi e nei modi giusti, entro la fine della legislatura. Non sarà la sinistra a dettare il timing. Che sarà serio, istituzionale, determinato».

E sempre a proposito di Lega: il Veneto spetta a Fratelli d’Italia?

«Sceglieremo assieme i candidati migliori. Eviterei il Cencelli, anche perché agli alleati non conviene: sottorappresentata è FdI».

Intanto Tajani dice: dobbiamo pesare di più. Si farà il rimpasto?

«Non c’è stata alcuna richiesta da parte sua, né dagli altri alleati».

E alle prossime elezioni ci sarà il premierato?

«Sarà approvato nella legislatura».

Il Csm ha dato parere negativo alla norma che fa giudicare le richieste d’asilo alle Corti d’Appello. Nuova battaglia con le toghe?

«Nessuna battaglia contro i giudici. Anzi, vogliamo portare avanti la riforma della giustizia proprio a difesa della magistratura, rispetto ad alcuni magistrati politicizzati che stanno umiliando la maggioranza delle toghe. Il Csm non sarà più scelto per elezione: cosi perderanno potere le correnti politicizzate delle toghe rosse. Da qui le reazioni spropositate di singoli magistrati».

Intanto Delmastro è al suo posto, Santanchè pure. Non eravate la destra intransigente?

«Sono storie diverse. Siamo orgogliosi di Delmastro. Quanto alla Santanchè, aspettiamo gli sviluppi: Daniela è fiduciosa di non arrivare a processo, non abbiamo motivo di dubitarne. Sulla legalità restiamo gli stessi, ma non permettiamo ai pm di selezionare la nostra classe dirigente».

A proposito di inchieste, o presunte tali: ha novità del complotto contro Arianna Meloni da voi denunciato?

«Sallusti aveva fatto una ricostruzione credibile. Con i dossieraggi abbiamo visto il tentativo di cercare punti deboli per provare a ricattare Giorgia e il suo governo. Stanno scoprendo che non siamo ricattabili».

Toglierete la fiamma dal simbolo di FdI? Richiama Mussolini.

«È un tema che non esiste. Votandoci, gli italiani hanno dimostrato che sono consapevoli della democraticità del nostro simbolo e del nostro partito».

Dopo l’inchiesta di Fanpage, avete espulso qualcuno?

«Sono incompatibili con noi. Siamo stati chiari: chi sbaglia, paga».

Immagina nel 2029 un capo dello Stato di destra?

«Vedremo. Al momento c’è un presidente saldo al suo posto».