Leggi la mia intervista a Claudio Bozza del Corriere della Sera, oggi in edicola. Nell’articolo parlo del futuro del centrodestra e dell’occasione storica che abbiamo alla prossime elezioni politiche del 2023.
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Giovanni Donzelli, braccio destro di Giorgia Meloni e capo dell’organizzazione di Fratelli d’Italia, siete davanti alla Lega in tutte le grandi città. Chi è il vincitore di queste amministrative? «Il vincitore di questa tornata è il centrodestra tutto. Abbiamo confermato buoni risultati nella maggior parte delle città che stavamo amministrando. Ma soprattutto abbiamo strappato al centrosinistra Comuni importanti, a partire da Palermo. È la conferma che il centrodestra, quando è unito e governa bene, non teme confronti con nessuno».
È una lettura politica un po’ troppo “umile”. Non vuole proprio dire che avete stravinto la sfida nel centrodestra? «Per noi non c’era nessuna partita interna. Il nostro obiettivo è battere il centrosinistra. La nostra linea politica è rimasta coerente, all’opposizione, e gli elettori ci hanno premiato. Noi non abbiamo mai corso per prendere un voto in più dei nostri alleati. Ma, non sempre, abbiamo avuto la stessa impressione da Lega e Forza Italia».
Ma voi siete cresciuti stando fuori dal governo. La Lega continua invece a stare in maggioranza. Chiederete di nuovo a Salvini di uscire dal governo? «Abbiamo sempre detto alla Lega che questo è un governo innaturale in cui stare. Però rispettiamo le scelte fatte da altri. Noi ci candidiamo a governare l’Italia e a rappresentare il popolo del centrodestra con chi è pronto a stare con noi, nella buona e nella cattiva sorte».
Il vostro consenso è cresciuto in maniera ampia e piuttosto rapida. Non temete che si possa sgonfiare come è stato per i vostri alleati del Carroccio? «Ci abbiamo messo 9 anni a crescere».
Sì, però il vero boom è recente. «È stata una crescita lenta e faticosa. In questi nove anni e mezzo, da quando siamo nati, abbiamo anche formato una classe dirigente nei territori, che ora è capace di governare».
Dove siete andati divisi, come Verona e Parma, il centrodestra è uscito male e il “campo largo” ne ha beneficiato. Alle prossime Politiche vi presenterete uniti? «Il ballottaggio è una partita ancora tutta da giocare e per ora l’unico dato certo del cosiddetto campo largo è la scomparsa nelle urne del M5S. Le prossime politiche saranno un’occasione storica, ma basta inciuci. I nostri alleati devono prometterci che non si alleeranno mai più con Pd e M5S. Se si vince si governa insieme, se si perde si sta all’opposizione uniti».
Chi sarà il candidato premier del centrodestra? «Lo decideranno gli italiani. Il partito che avrà più consensi deciderà il candidato premier. Poi vogliamo puntare al presidenzialismo per dire agli italiani, prima, chi sarà il capo del governo».
È convinto che Berlusconi sarà al vostro fianco alle Politiche o teme colpi di scena? «Berlusconi ha inventato il bipolarismo, la scelta di campo. Per lui stare di nuovo con la sinistra sarebbe innaturale».
Lei è incaricato da Meloni di fare i “raggi x” a tutti i parlamentari e aspiranti candidati che vogliono saltare sul carro di FdI. Quante richieste riceve in una settimana? «Non esageriamo. Come responsabile dell’organizzazione del partito do il mio contributo insieme ad altri dirigenti nell’aiutare Giorgia in queste decisioni. Ma è lei direttamente a decidere e verificare tutto».