Ancora non è certo né il numero delle vittime, né la causa dell’incendio, ma l’unica cosa sicura è l’inumanità delle condizioni in cui vivono e lavorano molti cinesi a Prato e a Firenze. Le vittime di oggi a Prato sono state uccise anche dal buonismo di chi ha raccontato che qui c’era posto per tutti, di chi ha pensato che integrazione fosse sinonimo di anarchia, di chi ha finanziato con fondi pubblici progetti per l’accoglienza utili solo ai sindacati e ai professionisti dell’immigrazione, di chi pensa che l’immigrazione clandestina non sia da combattere, di chi impedisce la realizzazione di un CIE in Toscana, di chi accusa di razzismo chiunque chiede il rispetto delle regole e il contrasto dell’illegalità. Chissà quanti incidenti drammatici avvengono in quei capannoni senza che nessuno ne venga nemmeno a conoscenza. Il dramma di oggi lo siamo venuti a conoscere perchè il fuoco ha attirato l’attenzione e i soccorritori.
Non solo a Prato esistono situazioni emergenziali di questo livello, anche nel Comune di Firenze sia nel quartiere di Brozzi che vicino l’Osmannoro esistono capannoni-dormitorio di aziende cinesi.