Il Governo vara un decreto legge che inasprisce le pene per i trafficanti di uomini, semplifica le le espulsioni e gestisce i flussi migratori regolari
Per evitare nuove tragedie in mare la priorità è contrastare i trafficanti di esseri umani. L’abbiamo detto e lo ribadiamo, nonostante le continue strumentalizzazioni della sinistra: sono loro, i mercanti di morte, a lucrare sull’immigrazione clandestina, sono loro a far salire a caro prezzo centinaia di persone su imbarcazioni di fortuna, sono loro che mettono a repentaglio la vita dei migranti. Ma non solo: è necessario anche semplificare le procedure di espulsione, in modo che chi non ha i titoli per stare in Italia sia rimpatriato in tempi rapidi, e gestire in maniera ordinata i flussi migratori, senza cedere alle sirene di chi predica l’accoglienza indiscriminata. Sono questi i punti cardine del decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri nel corso della seduta che si è tenuta a Cutro, luogo dell’ultima tragedia del mare. Decreto che punta a sconfiggere gli scafisti e i trafficanti che gestiscono l’immigrazione clandestina, con l’obiettivo di garantire la legalità e scongiurare nuove morti in mare. Vediamolo nel dettaglio.
Guerra agli scafisti
Pene più severe per i criminali che causano lesioni o addirittura la morte dei migranti lungo le tratte di esseri umani. Un nuovo reato introdotto con il decreto legge varato dal Governo Meloni per sconfiggere i trafficanti che gestiscono l’immigrazione clandestina. I mercanti di esseri umani che si renderanno responsabili di lesioni gravi o gravissime a una o più persone andranno incontro a una pena che va da 10 a 20 anni, da 15 a 24 anni in caso di morte di una persona, da 20 a 30 anni per la morte di più persone. E non solo gli scafisti fermati alla guida di carrette del mare a terra o in acque territoriali italiane, ma anche nella “terra di nessuno”, cioè i tratti di mare che non rientrano nella giurisdizione né dell’Italia né di altri paesi. Una guerra senza quartiere che ovviamente è dichiarata non solo contro chi agisce sulle barche, ma anche ai criminali che gestiscono la regia della tratta di esseri umani, come ha spiegato Giorgia Meloni nel corso della conferenza stampa di illustrazione del decreto.
Espulsioni semplificate e più centri di permanenza e rimpatrio
Grazie alle misure varate dal Governo sarà più facile eseguire i decreti di espulsione disposti a seguito di condanne, poiché non sarà più necessaria la convalida del Giudice di pace. Si introducono inoltre norme per il commissariamento della gestione dei centri governativi per l’accoglienza o il trattenimento degli stranieri e si semplifica l’iter per la realizzazione di nuovi centri di permanenza per i rimpatri. Il decreto legge contro i trafficanti di uomini e l’immigrazione clandestina definisce inoltre in maniera più precisa le condizioni per attivare la protezione speciale (diversa dall’asilo politico e dalla protezione internazionale) per evitare interpretazioni che possono portare a un suo allargamento improprio.
Immigrazione: programmazione dei flussi legali dei lavoratori stranieri
No all’accoglienza indiscriminata, sì all’ingresso in Italia – in un numero adeguato alla domanda proveniente dal sistema economico italiano – di persone professionalmente qualificate e desiderose di lavorare. Perché un governo serio non si arrende all’immigrazione illegale ma la contrasta con ogni forza, non subisce i fenomeni migratori ma li governa. E lo fa pianificando i flussi e creando le condizioni per una loro gestione ordinata. Ecco quindi che, con il decreto varato dal governo Meloni per sconfiggere i trafficanti di esseri umani e contrastare l’immigrazione clandestina, le quote di stranieri che potranno essere ammessi in Italia saranno definite per un triennio e non per un solo anno, come oggi. E con la previsione di un canale preferenziale per i paesi di provenienza che collaborano con l’Italia nel contrasto all’immigrazione illegale promuovendo campagne d’informazione sui rischi per l’incolumità personale legati ai traffici migratori irregolari. Con buona pace della sinistra, sono previsti anche ingressi ulteriori per gli stranieri che avranno superato i corsi di formazione riconosciuti dall’Italia e promossi dal Ministero del Lavoro sulla base delle esigenze del nostro sistema economico. Semplificato inoltre l’avvio del rapporto di lavoro degli stranieri con aziende italiane e allungata a tre anni la durata del permesso di soggiorno rilasciato per lavoro a tempo indeterminato, autonomo o per ricongiungimento familiare.