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“Il cappotto? Lo facciamo noi. Nessuna gara è impossibile”. La mia intervista a La Nazione

Giocheremo per vincere anche in Emilia-Romagna ed in Umbria. L’anno prossimo c’è la Toscana

di Simone Arminio

Giovanni Donzelli, deputato e responsabile nazionale organizzazione di Fratelli d’Italia. State ancora festeggiando?

«Siamo sereni e determinati».

Tra inchieste, dossieraggi e scontri con la magistratura, la sfida delle regionali in Liguria, lo ammetta, non sembrava tra le più semplici.

«E invece le polemiche strumentali dell’opposizione a ridosso del voto si sono infrante sull’immagine di una maggioranza solida che continua ad avere il consenso degli italiani».

Toti ha rivendicato il suo contributo, a suo parere non troppo richiesto dal centrodestra. Bucci agirà in continuità con lui, nonostante tutto?

«La continuità con l’ex governatore Toti c’è nella coalizione che sostiene Bucci e nella prosecuzione di un buongoverno che il centrodestra ha innegabilmente espresso in Regione Liguria. Che Toti abbia deciso di patteggiare e non ricandidarsi è nei fatti, ma non inficia la bontà del lavoro fatto dalla sua amministrazione in questi anni».

Si è detto: di Bucci gli elettori hanno apprezzato la gestione, da sindaco di Genova, dell’emergenza e della ricostruzione dopo il crollo del ponte Morandi. Però i genovesi non lo hanno votato.

«lo credo che un’elezione comunale e una regionale siano difficilmente equiparabili. Alle Regionali, come alle Politiche, il voto è più ideologico e così è stato a Genova. Ma sono sicuro che, se si fosse rivotato oggi per il sindaco, i genovesi avrebbero scelto di nuovo Bucci».

A proposito del sindaco di Genova. Cosa succederà ora?

«Non ci abbiamo pensato, un po’ per scaramanzia e un po’ perché fino al conteggio dell’ultima scheda, il sindaco di Genova è rimasto a buon diritto Marco Bucci. Ci penseremo da domani, e anche quella sarà una scelta in coesione tra i partiti di maggioranza e in continuità con l’azione dell’amministrazione uscente».

Torniamo alle Regionali. Se non è stato il Ponte, se nulla ha potuto l’inchiesta su Toti e se l’ideologia a Genova ha premiato la sinistra, cosa ha convinto allora gli elettori a votare per Bucci?

«Gli italiani, vede, sono molto più maturi di come la sinistra tende a dipingerli. Non si fanno tirare per la giacca, non amano le polemiche e gli attacchi strumentali. Guardano ai fatti. E qui i fatti erano un programma chiaro, un nome convincente e una coalizione solida. Dall’altro lato c’era un aggregato litigioso, c’erano due programmi – quello Pd e quello M5s – in contrasto tra loro e c’era un nome presentato solo in contrasto con noi, che siamo brutti e cattivi. Questo gli elettori liguri lo hanno notato, e hanno scelto noi».

Bucci non voleva candidarsi, in ogni caso. Ha detto che a convincerlo è stata la premier Meloni con una telefonata. Cosa gli avrà detto mai?

«Questo lo sanno soltanto loro. lo so, perché lo ha detto lo stesso Bucci, che si è parlato del suo stato di salute, una premura necessaria, e del bene della Liguria. Meloni, numeri alla mano, ha detto al sindaco di Genova che il suo apporto personale sarebbe stato decisivo e così è stato. Rispetto alle Europee, nonostante il calo dell’affluenza, il centrodestra ha ottenuto 15mila voti in più in termini assoluti. Sono voti che gli elettori hanno dato a Bucci».

Sono voti confluiti sulle liste civiche, a discapito delle liste dei partiti tradizionali, Fratelli d’Italia compreso. Non le pesa?

«Intanto, se si considerano le Regionali precedenti, i voti di Fratelli d’Italia sono aumentati del 50% e non diminuiti. Ma detto ciò: non ci interessano gli egoismi di partito. In Liguria giocavamo per vincere in squadra, e in squadra abbiamo vinto».

Spoiler: le prossime sfide sono ben più difficili. Lo sa?

«Le giocheremo con serenità e con la certezza di avere scelto il candidato giusto, in Emilia-Romagna come in Umbria. D’altronde ci avevano prospettato un cappotto da 3 a 0, e invece il parziale è di uno a zero per noi. A questo punto chi dice che il cappotto sarà il nostro?».

Anno nuovo, nuove difficoltà. Nel 2025 toccherà sciogliere il nodo Zaia in Veneto, e si voterà nella rossa Toscana.

«Punteremo a tenerci il Veneto con un nome all’altezza di un grande governatore quale è stato Zaia e correremo per vincere anche in Toscana. Non ci sono regioni difficili, ma solo coalizioni salde e buoni candidati».