L’ennesimo affronto alla famiglia nel nome della delirante ideologia gender: sulla carta d’identità ‘Genitore 1’ e ‘Genitore 2’ al posto di ‘Madre’ e ‘Padre’
Non possono proprio farcela. Ogni occasione è buona, per la sinistra e le toghe rosse, per attaccare chi non la pensa esattamente come loro. E quindi la maggioranza degli italiani, che continuano ad avere sempre più fiducia nel governo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni. Stavolta, l’attacco è alla famiglia. Con una sentenza, la Cassazione ha cancellato dalla carta d’identità ‘Madre’ e ‘Padre’ e ha imposto “Genitore 1” e “Genitore 2”. Un vero e proprio affronto alla famiglia nel nome dei soliti e sempre più pericolosi deliri gender.
Cancellati “Madre” e “Padre”
Per la Cassazione, “Madre” e “Padre” sulla carta d’identità sarebbero, addirittura, “discriminatorie”. Secondo i giudici, l’utilizzo delle parole che per prime in assoluto si pronunciano da bambini, appena si inizia a parlare, non rispetterebbero le “legittime conformazioni dei nuclei familiari e dei correlati rapporti di filiazione”, divenendo addirittura “irragionevoli e discriminatorie”.
Così, nel nome della folle e sempre più pericolosa ideologia gender, hanno quindi imposto l’utilizzo dei deliranti “Genitore 1” e “Genitore 2”. La Costituzione all’articolo 29 stabilisce che “la Repubblica italiana riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. I bambini hanno diritto ad un padre e una madre, non ad un generico genitore. Vorrebbero cancellare la famiglia, ma non glielo permetteremo mai.