La Camera dice sì alla riforma della Giustizia che l’Italia aspettava da tempo: separazione delle carriere tra magistrati inquirenti e giudicanti, il sorteggio per i posti apicali in modo da eliminare il suk delle correnti e il gran giurì per valutare il comportamento delle toghe
Ci siamo presentati all’Italia con un pacchetto di riforme che avremmo fatto e le stiamo facendo. Noi riformiamo la Nazione: sulla giustizia – riforma che abbiamo appena approvato – con il premierato, sul fisco e con l’autonomia. Se l’opposizione si lamenta e protesta è normale: fa parte della politica. Il nostro compito è portare fino in fondo le riforme che abbiamo portato in campagna elettorale. Gli italiani ci hanno votato per questo ed è nostro dovere farlo.
La riforma attesa da anni è finalmente Legge
Il governo Meloni continua a centrare gli obiettivi: è stata approvata alla Camera dei Deputati l’epocale riforma della Giustizia. L’Italia l’aspettava da tempo: è un’occasione storica. Vogliamo liberare la magistratura dalle correnti e separare le carriere di giudici e pubblici ministeri. Adesso sarà il Parlamento a doversi occupare della riforma, ma ci sono tutti i presupposti per la sua approvazione definitiva entro la legislatura.
Con questa riforma mettiamo la parola fine a una serie di storture del sistema giudiziario non più accettabili. Il governo Meloni interviene su uno dei tanti problemi rimasti irrisolti che rallenta la crescita dell’Italia e che coinvolge la vita di migliaia di italiani.
Una Giustizia più giusta
Quello di oggi è un intervento coraggioso che la Nazione aspettava da decenni e che spazza via la paura che ha paralizzato l’attività di amministratori locali, introduce un utilizzo più ragionato delle intercettazioni e pone uno stop alle valanghe di procedimenti che ingolfavano la giustizia e maggiori garanzie per i cittadini. Ancora una volta Fratelli d’Italia mantiene la parola data agli elettori: le riforme non si evocano, ma con il centrodestra si approvano, a garanzia di tutti gli italiani.
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