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Superbonus, altro che gratis: è costato 2mila euro a cittadino. Bambini compresi

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Una misura buona nelle intenzioni ma scritta talmente male da favorire le frodi: 7,5 miliardi di euro di crediti illegittimamente incassati

Un costo per le casse dello Stato di 105 miliardi, ben oltre le previsioni e ben oltre la sostenibilità per i conti pubblici. E come se non bastasse, una quota consistente di questa somma, circa 7,5 miliardi di euro, sarebbe finita nelle tasche di approfittatori, tra cui esponenti della criminalità organizzata che hanno approfittato delle maglie larghe di uno dei provvedimenti bandiera del governo giallorosso per far girare un fiume di denaro proveniente da chissà dove. “Rischi di frodi e riciclaggio derivanti dalla circolazione illimitata e non adeguatamente presidiata del credito d’imposta”. Numeri e parole della Guardia di Finanza, messi nero su bianco in una relazione depositata a metà febbraio al Senato (qui l’articolo di Repubblica che riporta la notizia). Fiamme gialle che già 12 mesi fa avevano lanciato l’allarme e auspicato l’introduzione di limiti e correttivi. Quel che ha fatto il Governo Meloni, ancora una volta, con coraggio e senso di responsabilità. E, con buona pace del Pd e del M5S, in linea con gli impegni presenti nel programma elettorale di Fratelli d’Italia.   

Superbonus, perché era necessario intervenire

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Il superbonus è una misura nata con buone intenzioni: rilanciare l’edilizia, settore trainante dell’economia, creare posti di lavoro e allo stesso tempo favorire il miglioramento del patrimonio abitativo. Peccato che la norma sia stata pensata male e scritta peggio dal governo giallorosso. Due i motivi: innanzitutto permettere di scaricare il 110%, per di più senza forme di controllo stringenti, ha generato una spesa fuori controllo, perché non dover anticipare un euro ha fatto abbassare l’attenzione sui costi sostenuti. E come se non bastasse, l’assenza di controlli – come ha detto la Guardia di Finanza – ha fatto sì che ci siano stati furbetti che hanno intascato crediti senza aver ristrutturato l’immobile. In alcuni casi persino in assenza dell’immobile! Il secondo motivo è rappresentato dall’illimitata possibilità di cedere i crediti. Il superbonus è così passato di mano in mano, favorendo truffe e creando una bolla – quella che Giorgia Meloni in questo video ha definito una moneta parallela – che è a concreto rischio di scoppiare. Portando con sé non tanto i furbetti, ma i tanti cittadini onesti che si ritrovano con dei crediti che non riescono a recuperare e aziende che non riescono più a compensarli. Senza intervenire come ha fatto il Governo la bolla sarebbe presto esplosa, questa è la realtà. Chi dice il contrario è lo stesso che ha fatto colpevolmente credere che sarebbe stato possibile ristrutturare casa gratis: ma quel gratis in realtà è debito pubblico. Debito che grava sulle spalle di ogni cittadino: circa 2000 euro a persona, compresi i neonati. Per non far saltare i conti pubblici e coprire i 105 miliardi saremmo stati costretti a una Finanziaria senza interventi a beneficio di tutta la popolazione. Questo quel che vogliono M5S e Pd?

Cosa ha fatto il Governo, le bugie giallorosse, la coerenza di FdI

Individuare i problemi, intervenire puntualmente e rapidamente, valutare ulteriori correttivi per rendere ancora più efficace la nuova norma. Questo quel che ha fatto il Governo Meloni. Prima abbassando il superbonus dal 110% al 90% (quindi mettendo a carico dei beneficiari una piccola quota che però spinge a controllare i costi), poi allungando da 5 a 10 anni l’arco di tempo per smaltire i crediti. Quindi bloccare l’azione degli enti locali che intendevano acquisire i crediti per proteggere i bilanci pubblici, infine facilitando l’acquisizione dei crediti incagliati, definendo con precisione le responsabilità. Misure concertate con tutti gli attori economici e sociali interessati, ma tenendo ferma la barra della responsabilità. Gli artefici dei problemi causati dalla pessima scrittura delle norme sul superbonus stanno cercando di contestare la scelta del Governo Meloni puntando il dito contro il mancato rispetto delle promesse fatte in campagna elettorale. Inutilmente, sia sulla prima che sulla seconda questione. Se sulla prima abbiamo già detto, per quanto riguarda gli impegni assunti davanti ai cittadini vale la pena ricordare che sin da subito manifestammo dubbi non sulla misura in sé ma sui meccanismi previsti dalla legge. Ma soprattutto vale la pena andare a leggere il programma elettorale di Fratelli d’Italia: “Bonus edilizi: salvaguardia delle situazioni in essere e riordino e armonizzazione degli incentivi destinati alla riqualificazione, alla messa in sicurezza e all’efficientamento energetico degli immobili pubblici e privati”. Entrambi realizzati: il primo perché il decreto già prevede che niente cambi per le comunicazioni di inizio lavori asseverate precedenti al 16 febbraio, il secondo perché le novità permetteranno comunque di fruire del superbonus attraverso le detrazioni. Certo, non è stata una decisione semplice, né indolore, ma quando si è chiamati a governare non si può ragionare in termini di consenso, ma di bene della comunità e dello Stato. Come ha detto il presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel presentare le linee guida dell’Esecutivo, “quello che noi vogliamo fare è liberare le migliori energie di questa Nazione e garantire agli italiani, a tutti gli italiani, un futuro di maggiore libertà, giustizia, benessere e sicurezza. E se per farlo dovremo scontentare alcuni potentati o fare scelte che potrebbero non essere comprese nell’immediato da alcuni cittadini, non ci tireremo indietro, perché il coraggio di certo non ci difetta”.