Sono sei castelli per cui è stata fatta domanda per la maxi-detrazione. Interpellanza di FdI per verificare il rispetto delle norme
Che il superbonus fosse una misura destinata ad alimentare gli appetiti dei furbetti Fratelli d’Italia lo ha sempre detto: una norma pensata magari con le migliori intenzioni ma messa in pratica talmente male da favorire frodi per 7,5 miliardi. Tant’è che il Governo Meloni è prontamente intervenuto per risolvere i problemi sorti prima di settembre scorso a causa della scarsa trasparenza nell’applicazione delle regole del 110%. Tra questi le frodi commesse attraverso certificazioni presentate per lavori mai svolti, o effettuati e rimborsati pur non avendo diritto alla detrazione. È il caso, secondo la Procura di Isernia, di alcuni interventi illeciti che avrebbero fruttato illecitamente circa sette milioni di euro. Tra gli immobili oggetto delle false pratiche edilizie anche il castello di Torrella del Sannio, in provincia di Campobasso, secondo gli inquirenti oggetto di frodi per intascare il superbonus. Castello del quale uno dei comproprietari, peraltro già deceduto, risultava a sua insaputa intestatario di fatture per un importo di 145.680 euro per interventi legati all’ecobonus mai effettuati. Non è l’unico castello ad aver beneficiato del superbonus: secondo l’ultimo rapporto Enea ce ne sono altri cinque. La legge prevede che solo in caso di castelli aperti al pubblico era possibile presentare domanda per ottenere le detrazioni. È stato così per tutti e sei? Un dubbio che il Governo scioglierà rispondendo all’interpellanza palramentare che ho presentato assieme al capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Tommaso Foti. Nel frattempo FdI e il Governo Meloni continueranno il proprio impegno per combattere i furbetti del superbonus. A tutela di chi ne ha veramente bisogno, oltre che della solidità dei conti dello Stato.