Il Presidente dell’Università europea di Fiesole vorrebbe cancellare il Natale con una circolare
Il presidente dell’Istituto universitario europeo di Fiesole, Renaud Dehousse, con una circolare vorrebbe cancellare il Natale in nome “dell’uguaglianza etnica e razziale”.
Sconcertante cancellare il Natale
La nostra consigliera metropolitana di Firenze, Alessandra Gallego, ha denunciato l’ennesimo tentativo di cancellazione delle celebrazioni del Natale: “il presidente dell’Istituto universitario europeo di Fiesole avrebbe deciso di rinominare la festa di Natale per eliminare il suo riferimento cristiano. È sconcertante che un istituto accademico decida di rimuovere il riferimento cristiano dalla celebrazione del Natale, considerando che questa istituzione ha la propria sede nella ‘badia fiesolana’, un luogo dove nel passato sorgeva l’oratorio dedicato ai santi Pietro e Romolo, patrono di Fiesole“.
“Questa decisione sembra completamente fuori luogo e dimostra una mancanza di rispetto per le tradizioni italiane e per il significato profondo che il Natale ha per tantissime persone. La decisione del Presidente dell’Istituto universitario europeo, qualora fosse confermata, dimostra una deriva verso l’omologazione politicamente corretta, sacrificando le tradizioni e le identità nazionali in nome di un’uguaglianza etnica che non tiene conto dell’importanza delle diverse culture e religioni che compongono il nostro Paese”.
“Il Natale come festività cristiana, rappresenta un momento di grande gioia e di riflessione per milioni di persone in tutto il mondo. È un momento in cui si celebra la nascita di Gesù Cristo e si riconosce l’importanza dei valori come l’amore, la pace e la generosità. Annullare queste tradizioni e sottrarre il Natale dalla sua autentica essenza religiosa significa svilire il suo significato profondo e minare le radici culturali della nostra società”.
Duemila anni di radici cristiane non si cancellano con una circolare
Sulla vicenda è intervenuto anche il nostro Capogruppo in Regione Toscana, Francesco Torselli, che ha ricordato al Prof. Dehousse “che se con la sua uscita pensava di suscitare clamore, sorpresa e meraviglia, purtroppo in Toscana siamo da tempo abituati a rettori che, in cambio di qualche prima pagina, fanno a gara a chi la spara più grossa, arrivando perfino a negare gli eccidi avvenuti sul finire della seconda guerra mondiale ai danni degli italiani di Fiume, dell’Istria e della Venezia Giulia“.
“Sperando di leggere quanto prima una nota in cui il Professor Dehousse corregge la sua infelice esternazione, non ci resta che ricordargli che duemila anni di radici cristiane, non si cancellano con una circolare. Esattamente come il Natale che, piaccia o meno all’illustre accademico, non potrà mai essere cambiato, modificato, declinato, abolito”.
Cambiare nome al Natale è romanzo grottesco
“Cambiare nome al Natale somiglia, davvero troppo, al titolo di un romanzo grottesco“, affermano il deputato di Fdi Alessandro Amorese e il senatore Paolo Marcheschi. “Confidiamo che una scelta simile venga ripensata proprio in virtù dell’inclusività stessa perché, così ipotizzata, somiglia molto ad altre che portano a togliere i crocefissi dalle aule scolastiche, in un clima di ‘cancel culture’ che, diffondendosi, tenta di azzerare i valori occidentali”.