Solidarietà al popolo israeliano che ancora una volta deve assistere ad assurde richieste degli “studenti” pro Palestina di interrompere i rapporti di ricerca con gli Atenei israeliani. La sinistra istituzionale resta, ancora una volta, in silenzio
Si mascherano da pacifisti, in realtà non fanno altro che diffondere odio. È preoccupante il clima di perseverante antisemitismo che aleggia all’Università di Firenze, dove un gruppo di manifestanti è tornato a chiedere l’interruzione dei rapporti con gli atenei israeliani. Lo ribadiamo: non ha senso chiedere di fermare la cultura, la ricerca, la tecnologia, nel nome della pace.
Come al solito la sinistra rimane in silenzio
Il sit in organizzato dagli “studenti” pro Palestina all’Università di Firenze è l’ennesimo di una lunga serie di eventi che la sinistra universitaria sta portando avanti per chiedere la chiusura dei rapporti tra Israele e le nostre Università. Ed è grave che tutto questo avvenga nel silenzio della sinistra istituzionale, che ancora una volta si dimostra incapace di condannare gruppi organizzati professionisti della discriminazione seriale. Ancora una volta noi esprimiamo la nostra solidarietà al popolo israeliano.
Carrai: “Mi aspetterei una presa di posizione da tutte le istituzioni”
“Nuovo sit in davanti all’Università di Firenze per chiedere di interrompere i rapporti con le Università israeliane e gli enti di ricerca, è atto molto grave. Chi predica la pace incitando di tagliare i ponti di pace quali sono i rapporti culturali e di ricerca, è in malafede e accecato dall’odio non solo contro Israele ma contro i valori di libertà.
Mi aspetterei una presa di posizione da tutte le istituzioni che a Firenze in nome di La Pira parlano di dialogo, ma non dicono una parola nei confronti di questi atti di intolleranza”, ha dichiarato console onorario di Israele per Toscana, Emilia Romagna e Lombardia, Marco Carrai.