Cerca
Close this search box.
Cerca
Close this search box.

Dossieraggio, così i giornalisti di sinistra volevano colpire il governo

Sono stati effettuati 800 accessi abusivi a banche dati riservate per reperire informazioni per attaccare principalmente membri del centrodestra: è una roba indecente che mina la democrazia

Sono in totale 800 gli accessi abusivi alle banche dati tributarie, antiriciclaggio e dell’antimafia, di cui finora si ha notizia, con il solo scopo di reperire informazioni su oltre 300 cittadini italiani ignari. Adesso è urgente comprendere se c’è stata un’attività di dossieraggio. C’è assoluta urgenza di far luce su quanto accaduto a Perugia nella maniera più completa perché, sopra alla verità, c’è da accertare il motivo per cui sono stati spiati una centinaia di cittadini italiani e chi ne sia stato il mandante. Guarda caso, la maggior parte delle persone spiate sono di centrodestra.

Schedati praticamente tutti i Ministri del governo Meloni

La lista dei Ministri in carica è pressoché completa e, oltre al Ministro Crosetto che ha scoperchiato il vaso di Pandora, ci sarebbero il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, il Ministro del lavoro Marina Elvira Calderone, il Ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin ed il Ministro del Made in Italy Adolfo Urso insieme ai Sottosegretari tra cui Andrea Delmastro e Giovanbattista Fazzolari.

Dossieraggi: 15 indagati, adesso va chiarita questa vicenda che mina la democrazia

Una vicenda inquietante che deve essere chiarita e, per questo, la Procura di Perugia punta a verificare se la gran parte delle informazioni ottenute dal finanziere Pasquale Striano, tramite gli accessi abusivi alle banche dati in uso alla procura nazionale antimafia, avevano dei destinatari non ancora individuati e come siano state utilizzate.

Sono quindici le persone attualmente indagate: il sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo Antonio Laudati, tre giornalisti de “Il Domani” e altre persone che avrebbero sollecitato la richiesta di informazioni. I tre giornalisti indagati risultano essere: Giovanni Tizian, Stefano Vergine e Nello Trocchia.

Quella che il Domani fa passare come una mera indagine giornalistica, come scrive il Giornale, è stata realizzata grazie ad una “fonte privilegiata per gli scoop dei giornalisti del Domani, rivelando atti riservati e per i quali è espressamente vietata la divulgazione”, ma per loro è solamente giornalismo d’inchiesta, nient’altro.

Vanno identificati i mandanti e svelati gli interessi privati dietro a queste campagne

È necessario chiedersi perché, a fronte di 800 accessi illegali alle banche dati, non siano usciti 800 articoli. Dunque viene normale pensare che la gran parte del materiale è stato cercato “a strascico”, presumibilmente esaminato, ma c’è da temere che sia stato tutto archiviato o usato variamente e, solo una parte di quelle informazioni, pubblicata su qualche testata.

Fratelli d’Italia pretende chiarezza su questo pericoloso dossieraggio che coinvolge delicati uffici dello Stato e vede certa stampa organizzare con queste informazioni campagne di fango principalmente contro politici di centrodestra. Bisogna capire chi sono i mandanti e quali interessi privati si celano dietro queste campagne.

Scandaloso che il Pd si schieri con la macchina del fango

Scandaloso che il Pd si schieri apertamente sulla macchina del fango, come si evince dalla dichiarazione del responsabile dell’informazione del Pd Ruotolo. Questa è la riedizione del sodalizio, che ha indebolito l’Italia per decenni, tra sinistra e stampa spazzatura dove non a caso questa macchina del fango è indirizzata verso tutti coloro che sono considerati avversari politici del Pd.

La solidarietà del PD ai giornalisti del Domani che hanno pubblicato notizie trafugate è la dimostrazione di come in questa macchina del fango abbia come unico vero obiettivo quello di colpire la destra di Governo. I dubbi sui mandanti si fanno sempre più concreti.