“Ohi Fede… però chi glielo dice al giudice”: “lo mandiamo all’ex brigatista?”. Le frasi sono in una chat del maggio 2015, agli atti dell’inchiesta “Angeli e Demoni”, estrapolate dalle carte.
Parole agghiaccianti che sarebbero emerse da una chat di conversazione fra l’ex dirigente del servizio sociale Federica Anghinolfi, finita al centro dell’inchiesta (LEGGI PERCHE’) e la psicologa Imelda Bonaretti. “Mica lo sa. E la pena l’ha scontata”, risponde la Anghinolfi.
Dalle conversazioni estrapolate dai telefonini degli indagati nell’inchiesta “Angeli e Demoni” sono così emersi nuovi dettagli ed episodi che hanno allargato il quadro accusatorio della Procura di Reggio Emilia.
Ancora non è chiaro il soggetto al quale si riferissero le due parlando dell’ex brigatista. La psicologa e l’assistente sociale sono comunque indagate.
Nelle pagine redatte dai magistrati emerge anche una volontà manifestata da parte della Anghinolfi di assumere nuovi assistenti sociali vittime di abusi in passato, attraverso un particolare bando.
In una chat riportata da Il Resto del Carlino, ancora Anghinolfi, si è riferita al concorso: “Cosa ne dici se nel titolo mettiamo ad esempio… assistente sociale di 35 anni abusata sessualmente dallo zio in età infantile, i genitori non le hanno creduto… si trova a lavorare su una segnalazione informale di una insegnante che le riferisce che una bimba le ha confidato” di aver subito un abuso.
Risposta: “Mi sa molto hard… in due ore non ce la si fa (…) Tu vuoi infilare la parte psicologica personale dentro la professione. (…) Ma secondo me dovremmo
metterla giù diversa”, diceva la dirigente, invitando a fare un’altra proposta”.