Ancora arresti a Bari: secondo l’accusa, l’ex assessore Alfonso Pisicchio gestiva le gare a Bari per ottenere favori. E i 5stelle rimettono tutte le deleghe nelle giunta regionale
Non sembrano fermarsi gli arresti a Bari, tanto che – da quanto apprendiamo dai quotidiani – si può addirittura parlare di un vero e proprio “sistema”. La Procura di Bari ha aperto un’inchiesta sui presunti casi di corruzione legati al giro degli appalti truccati e ha arrestato l’ex assessore Pisicchio ed il fratello Enzo. Le inchieste giudiziarie di Bari hanno trasformato il campo largo in un vero e proprio campo minato: i 5stelle lasciano gli incarichi in giunta ma adesso devono spiegare perché in quella giunta ci sono entrati.
Ecco i reati contestati all’ex assessore di Emiliano
I reati di cui sono accusati l’ex assessore Pisicchio ed il fratello Enzo sono: corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione, truffa, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falsità materiale, turbata libertà degli incanti. Oltre ai fratelli Pisicchio è finito in carcere un uomo di 58 anni, altri due uomini sono finiti agli arresti domiciliari ed altri 2 non potranno esercitare la loro professione per 12 mesi.
L’ordinanza del Gip di Bari
Per Pisicchio l’accusa è riferita al periodo in cui esercitava la carica di assessore nella Giunta Emiliano: avrebbe utilizzato, secondo l’ordinanza del gip di Bari, “la sua influenza politica e le sue relazioni, tramite suo fratello Enzo, per una gestione clientelare del suo ruolo, con favoritismi per ottenere ritorni in termini di consenso elettorale, mediante assunzioni nelle imprese favorite o avvantaggiate di persone che assicurano il voto e che avevano militato anche nel suo partito”.
Per Enzo Pisicchio le accuse sono diverse, sempre nell’ordinanza si legge che avrebbe agito: “quale esecutore delle direttive del fratello e quale schermo per impedire di risalire al ruolo e al contributo di Alfonsino. Ruolo chiave nella commistione dei reati che gli vengono ascritti in quanto intermediario e faccendiere nei rapporti, a vari livelli, tra funzionari della pubblica amministrazione e imprenditori non solo a livello locale ma anche nazionale”.
Il Movimento 5stelle esce dalla giunta
Il Movimento 5 Stelle ha deciso di ritirare i suoi assessori dalla giunta regionale della Puglia, Conte è intervenuto così sulle vicende giudiziarie di Bari: “Stiamo leggendo pagine di politica che sono anche di cronaca giudiziaria che fanno tremare i polsi. Non combattiamo solo Meloni e soci, non facciamo sconti nemmeno a chi è nel nostro campo. Vogliamo dare una fortissima scossa, è il momento di fare pulizia e tabula rasa. Dobbiamo estirpare la cattiva politica. Rinunciamo al nostro ruolo di governo, rimettiamo tutte le deleghe”.
Scelta dei 5stelle è solo per salvarsi la faccia in campagna elettorale
“Una settimana dopo che glielo avevamo richiesto, subito dopo le dimissioni dell’assessore Anita Maurodinoia, Giuseppe Conte ha deciso che i 5Stelle usciranno dalla giunta Emiliano. Sono le inchieste della procura di Bari che lo costringono a tale decisione che, per altro, sconfessa il suo movimento quale garante della legalità nelle amministrazioni. Perché delle due l’una: o i grillini non si sono mai accorti del sistema di potere del PD in Puglia e allora non sono affidabili, o ben lo conoscevano e allora sono complici.
Il ritardato abbandono di Emiliano e dell’elevazione del trasformismo politico a sistema di gestione del potere che ha contraddistinto e ancora segna la Regione che presiede, non possono essere cancellate da una scelta dell’ultima ora che appare strumentale e finalizzata non solo alla imminente campagna elettorale per l’elezione del sindaco di Bari, ma a mettere all’angolo il PD, e cioè quell’alleato con cui fino a pochi giorni fa voleva realizzare il campo largo, trasformato dalle inchieste giudiziarie in un vero e proprio campo minato. Anche perché non è che Conte possa giocare a fare lo smemorato: Antonella Laricchia, per anni riferimento dei grillini in Puglia, infatti, si oppose solitaria al vero e proprio tradimento degli elettori operato dai 5Stelle che – dopo avere fatto la campagna elettorale all’insegna del ‘mai con Emiliano’ – dopo la sua riconferma si erano attovagliati al suo banchetto di potere, nomine e prebende, entrando anche a fare parte della sua giunta regionale. E il tutto – e questo è l’aspetto più vergognoso – con l’obiettivo, come asserito dalla Laricchia, di rafforzare il governo giallo-rosso allora presieduto proprio da Giuseppe Conte. Altro che pavoneggiarsi oggi per l’uscita dalla giunta Emiliano: Conte dica perché il M5Stelle vi entrò”. Così il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Tommaso Foti.