Il 19 luglio non è un giorno come tutti gli altri. A Palermo erano le 16:58 del 19 luglio 1992 quando, in via d’Amelio, deflagrarono 50 chili di tritolo, occultati in una Fiat 126, uccidendo Paolo Borsellino e cinque dei sei membri della sua scorta: Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Claudio Traina e Vincenzo Fabio Li Muli. Una strage che dilaniò i corpi del giudice e degli agenti della sua scorta, ma anche l’anima e i cuori degli italiani perbene. Il sacrificio di Paolo Borsellino per la lotta alla mafia è, e resterà sempre, un faro sulla nostra strada.
Nessuna tregua alla mafia
C’eravamo, anche quest’anno. Come sempre, e come sempre ci saremo. Non faremo mai mancare la nostra presenza. Il ricordo del magistrato Paolo Borsellino, non solo il 19 luglio, ma tutti i giorni, è il faro che illumina la nostra strada.
Il 19 luglio è una data funesta per la nostra Nazione, che rappresenta la sconfitta delle battaglie contro la criminalità organizzata in una stagione di stragi che rappresenta una pagina buia storia d’Italia.

Paolo vive
Come ogni anno, anche quest’anno ho partecipato alla tradizionale Fiaccolata in memoria di Paolo Borsellino. Un uomo che per noi rappresenta un simbolo nella lotta alla giustizia e alla criminalità organizzata.
Un uomo che, come Giovanni Falcone, sapeva bene a cosa stava andando incontro. Ma nonostante ciò andò avanti e sacrificò la propria vita per la giustizia e la legalità. Non ci stancheremo mai di raccontare, in particolare ai più giovani, chi sono i veri Eroi della nostra Italia, e che la mafia si combatte con coraggio ogni giorno, con coraggio e a testa alta.



