Dovrebbe essere una delle immagini della Firenze ‘da cartolina’ che i turisti porteranno con sé quando torneranno a casa: ogni giorno migliaia di persone si mette in posa davanti alla statua del porcellino per scattare una foto mentre accarezzano il muso del cinghiale. Ma ciò che i turisti mostreranno ad amici e parenti sarà anche altro: una nomade seduta tutto il giorno ai piedi della statua, ferma a chiedere l’elemosina con in mano una foto sgualcita dei (suoi?) bambini. A quel punto, le possibilità sono due: paghi qualche moneta e la nomade si sposta il tempo necessario per farti scattare la foto, oppure sei costretto a metterti in posa accanto al porcellino e alla Rom.
Una vera e propria tangente, insomma, tanto più sgradevole perché obbliga il turista a pagare in cambio di un minimo di spazio vitale ‘fotografico’. Ogni giorno c’è qualcuno che sin dal mattino presidia lo spazio davanti al Porcellino. Ecco in azione i compagni di foto del governatore Rossi che da un lato prendono fondi, sovvenzioni e contributi, mentre dall’altro continuano a mendicare in maniera molesta. La statua del Porcellino è uno dei simboli di Firenze, è assurdo che sia caduto in mano ai nomadi e alle loro estorsioni.
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