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Cooperazione internazionale: usiamo i soldi per gli italiani

assistenti civici cooperazione internazionale

Dall’inizio della pandemia il governo ha regalato 450 milioni in cooperazione internazionale. Interrogazione sui fondi finiti all’estero

Stop ai fondi per la cooperazione internazionale fino alla fine della pandemia. Lo ha chiesto Fratelli d’Italia al governo. Il nostro capogruppo in Commissione esteri Andrea Delmastro ha presentato un’interrogazione che ho sottoscritto.

Una richiesta che arriva dopo le decine di milioni di euro che il governo italiano ha deciso di spendere in piena emergenza. Mentre le nostre imprese muoiono e ai nostri lavoratori non arriva la cassa integrazione.

Il caso sulla cooperazione era esploso a marzo, quando in pieno lockdown il governo aveva speso 50 milioni in aiuti alle imprese tunisine.

Andrea Delmastro in Commissione esteri la scorsa settimana aveva nuovamente denunciato i finanziamenti. Altri 50 milioni di euro in cooperazione internazionale.

“Il valore complessivo degli interventi deliberati per iniziative di cooperazione allo sviluppo nel 2020, in piena pandemia, è di 449,4 milioni di euro”, sottolinea Delmastro. Di questi, “348,5 milioni a dono per attività di sviluppo e 100,9 milioni destinati ad attività di emergenza umanitaria”.

Per questo abbiamo chiesto al governo di “definanziare temporaneamente i capitoli di bilancio da cui attingono le iniziative di cooperazione internazionale”. E “destinare tutte le risorse al finanziamento delle imprese che producono ricchezza sul territorio nazionale”. Tutto, “fino alla data di cessazione dell’emergenza pandemica sancita dall’Organizzazione Mondale della Sanità e/o fino alla cessazione della dichiarazione dello stato di emergenza nazionale”.

Inoltre, abbiamo chiesto che il governo crei una procedura che preveda, sino al perdurare
dello stato di emergenza nazionale, la singola autorizzazione in deroga al Parlamento”. Cioè per ogni iniziativa di finanziamento della cooperazione internazionale chiediamo che ci debba essere un via libera solo per “estrema urgenza e necessità”.