Scivolone di Giani che si rifiuta anche di scusarsi con la Ceccardi. Per il Pd le donne di destra non meritano rispetto. Altro che “guinzaglio”: fanno la morale ma l’unica donna leader ce l’ha Fratelli d’Italia
Il candidato governatore del centrosinistra Eugenio Giani in un’intervista al Corriere Fiorentino definisce il suo avversario del centrodestra Susanna Ceccardi, “al guinzaglio”.
Sessismo e volgarità. Un mix racchiuso nella frase che Giani ha rivolto a Ceccardi. Solidarietà a Susanna. Eugenio Giani inizia il confronto con il centrodestra nel peggiore dei modi.
Una donna di destra non può secondo lui essere libera. Per Giani può essere solo l’animale al guinzaglio del suo capo maschio. Non è l’Eugenio Giani che conoscevo, forse ha paura davvero. Ma non è una giustificazione.
Disumanizzare l’avversario, trasformarlo in una bestia al guinzaglio, vuol dire trasformarlo in un nemico contro cui tutto è lecito. Se è una donna è grave il doppio. Spargere odio così, all’inizio di una campagna elettorale che cade durante la peggiore crisi sociale ed economica è irresponsabile e pericoloso.
La toppa è peggio del buco
Giani non si è scusato con la Ceccardi per il “guinzaglio”: ha risposto alle accuse unanimi in modo tardivo e scomposto. Secondo il candidato del Pd in Toscana bisogna rispettare tutte le donne tranne quelle di destra che invece vanno insultate.
Oltre al sessismo si aggiunge il razzismo ideologico. Bastava chiedere scusa e ammettere l’errore. Giani dovrebbe contare fino a 10 prima di parlare e scrivere.
Persino Repubblica, che non è proprio un giornale di destra, oggi condanna Giani senza se e senza ma: “Doveva chiedere scusa”, scrive.
Quello di Giani sul “guinzaglio” è in linguaggio inaccettabile nei confronti di Ceccardi. Dal Pd imbarazzo ma nessuna presa di distanze. Neanche da parte del loro segretario toscano, anche lei donna, Simona Bonafè.
E le “paladine” della sinistra che dicono?
E le “paladine” dei diritti delle donne non dicono niente? Dov’è Laura Boldrini? Dov’è Michela Murgia?
Siamo noi di Fratelli d’Italia che non accettiamo lezioni, caro Giani: siamo fieri di essere guidati da una donna che sta ottenendo risultati e consenso molto alti, contraria alle quote rosa, che si è conquistata sul campo il diritto di guidare un partito.
E in questi anni in tanti l’hanno insultata senza che la sinistra alzasse un dito per difenderla.