Fezzani, al vertice della resistenza dei terroristi del Califfato a Sirte, è stato, negli anni ottanta, un giovane immigrato giunto dalla Tunisia e accolto in Italia, dove ha vissuto per decine di anni.
Come spesso succede agli islamici che si radicalizzano in Italia, si è avvicinato a una moschea a Milano e ha seguito la dottrina di un imam, Abu Omar, negli anni novanta. A Milano ha reclutato tanti tunisini nel nome della jihad, diventando indisturbato un capo carismatico, impegnato a mandare combattenti in Afghanistan.
Fezzani dopo varie peripezie internazionali tra Italia, Afghanistan e Tunisia, si è affiancato al Califfato e ha guidato alcuni attacchi terroristici, come quello al museo del Bardo a Tunisi che provocò numerosi morti.
Il caso di Fezzani è solo uno dei più terribili portati alla luce, ma quanti altri come lui si nascondono sui barconi che arrivano in Italia?
Secondo Biloslavo, su Il Giornale, almeno altri 7. Partiti da Sirte proprio dove come leader estremista ci sarebbe Fezzani, per anni in Italia come immigrato.
“Fra le macerie della battaglia (di Sirte n.d.r) è stata trovata una lista di combattenti giunti in Libia dalla Tunisia per combattere la guerra Santa. Accanto a sette nominativi di terroristi tunisini c’era un appunto: ‘I fratelli sono proseguiti per l’Italia’ mescolati ai migranti” scrive Biloslavo riportando a conferma anche le parole dell’intelligence Libica e del colonnello Ismail Shoukri.
Fratelli d’Italia ha sempre sostenuto che tra i migranti che ogni giorno sbarcano nel nostro paese (dal 1 gennaio al 30 agosto di quest’anno sono già stati registrati quasi 119.000 arrivi) si infiltrano combattenti e miliziani dell’Isis.
L’accoglienza di Alfano e del Governo Renzi lascia l’Italia esposta al rischio terrorismo dei tagliagole islamici.
Gli italiani sono esausti di come viene gestita l’immigrazione, secondo un sondaggio di Libero due su tre vogliono respingere i profughi nelle loro terre. Il finto buonismo non attacca più e i cittadini sono preoccupati per le sempre maggiori risorse tolte agli italiani e destinate agli immigrati e per la facilità con cui i profughi che non trovano un lavoro possono essere reclutati come combattenti terroristi.