E’ accusato, insieme ai fratelli Alessandro e Luca, di aver usato soldi dei bambini africani per l’acquisto di quote di alcune società della famiglia Renzi.
6,6 milioni di euro destinati a progetti di cooperazione, che sarebbero stati utilizzati anche per operazioni immobiliari.
La Procura di Firenze che indaga sul caso ha chiesto il rinvio a giudizio per Andrea Conticini, il cognato dell’ex premier e segretario del Pd Matteo Renzi.
Le accuse per lui sono di riciclaggio, autoriciclaggio e appropriazione indebita (LEGGI QUI).
Una vicenda che riguarda l’utilizzo di soldi dei bambini africani e che per questo ci lascia sconcertati e sulla quale abbiamo chiesto da subito chiarezza.
Le indagini sono infatti ripartite nello scorso gennaio in seguito alla querela presentata da una Ong americana, la Operation Usa, dopo il rifiuto di Unicef di farlo.
Dopo le elezioni del 4 marzo, in attesa della nascita del nuovo esecutivo, il governo Gentiloni aveva infatti approvato la norma “salva cognato di Renzi”.
Il reato di “appropriazione indebita aggravata” è diventato procedibile non d’ufficio, ma solo su querela di parte. Un colpo di mano che era apparso mirato a censurare le verifiche in corso.
Per questo Fratelli d’Italia si è battuta in Parlamento a tutela dei soldi dei bambini africani, molto bisognosi, chiedendo al governo di abolire la norma “salva cognato di Renzi”.
Abbiamo presentato una mozione ad ottobre scorso (LEGGI QUI) e ottenuto l’approvazione di un ordine del giorno collegato alla manovra per mettere Unicef, una delle organizzazioni danneggiate, di fronte alle sue responsabilità (LEGGI QUI).