Quasi 15 anni fa non eravamo parlamentari ma scrivevamo insieme, anche a Massimo Di Santo, nostro esponente universitario, il “Feudo”: un documento inchiesta sulle baronie e sulle modalità scorrette e non trasparenti di accesso alla carriera universitaria di troppi docenti.
L’indagine che emerge in queste ore sui concorsi truccati (LEGGI QUI) dimostra come il problema debba essere ancora combattuto e si debbano trovare nuovi metodi per l’avanzamento delle carriere dei professori fondate sulla trasparenza e le capacità. Non basta quanto sta pensando di fare il governo.
Una battaglia che facciamo da anni insieme all’onorevole Augusta Montaruli e a molti altri colleghi e amici di partito.
No alle baronie nei rettorati e basta con concorsi truccati che vedono premiare docenti per amicizia e non per merito rovinando così l’università italiana.
Vogliamo un controllo approfondito ateneo per ateneo, facoltà per facoltà, perché esiste un malcostume diffuso inaccettabile è deleterio. Per questo presenteremo un’interrogazione con i colleghi della commissione cultura esigendo un intervento del Ministro senza guanti di velluto.