Atreju 2025, Il nuovo Medio Oriente, oltre le semplificazioni e le tifoserie da stadio

Una terra attraversata da tensioni e conflitti, l’Occidente che fatica a cogliere i mutamenti, una sinistra che si schiera strumentalmente con i Pro pal, danneggiando proprio il mondo islamico che vuole liberarsi di Hamas

Il giorno dopo l’intervento del presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen, ad Atreju 2025 si torna a parlare di Medio Oriente. L’occasione è la presentazione del libro “Il nuovo Medio Oriente. Il declino della Mezzaluna Sciita”, del corrispondente responsabile dell’Ufficio Rai per il Medio Oriente, Giovan Battista Brunori. Presentazione , introdotta dal senatore di FdI Michele Barcaiuolo e moderata dal giornalista Matteo Carnieletto, ha visto gli interventi di Italo Bocchino, direttore editoriale de Il Secolo d’Italia, della giornalista Tiziana Ferrario, del Presidente del Centro Studi Internazionali Andrea Margelletti,  del Direttore de Il Riformista Claudio Velardi e a cui ho portato il mio personale contributo.

Per la sinistra la Palestina è stata una scusa per attaccare il Governo

In Italia, un po’ per colpa della sinistra e un po’ per colpa dei mezzi di comunicazione, non ci abbiamo capito niente di ciò che stava accadendo in Medio Oriente. Noi siamo abituati a vedere con l’ottica dei tifosi da stadio. La sinistra non ha trovato nessuna scusa per attaccare la Meloni fin da quando c’è il governo: hanno provato a dire che era fascista, hanno provato a mobilitare le piazze contro il lavoro ma aumentavano i lavoratori, hanno provato a mobilitare le piazze in difesa del reddito di cittadinanza ma l’economia ha fatto meglio, non sono mai risusciti ad attaccare la Meloni ed hanno trovato la scusa della Palestina.

Ma la situazione è molto diversa. Prima del 7 ottobre c’era un mondo completamente diverso. Nel mondo islamico c’era una parte maggioritaria, importante, e anche quella economicamente pesante, che stava aprendo una nuova stagione di dialogo dagli accordi di Abramo in poi. Una parte che aveva iniziato a commerciare anche con Israele, che era andata oltre ai pregiudizi storici contro il mondo islamico.

E poi c’è stata una parte minoritaria e violenta che, tramite Hamas, ha attaccato Israele. E lo ha fatto perché voleva provare a ricompattare il mondo islamico perché erano in minoranza e non volevano che il mondo islamico interloquisse con Israele. Israele ha reagito con una violenza che agli occhi degli osservatori occidentali è sembrata spropositata. In realtà quando Israele ha fatto gli attacchi mirati andando a colpire pesantemente i comandi di tutti i proxy di questo sistema estremista all’interno del mondo islamico, quest’ultimo ha ringraziato Israele perché ha fatto il lavoro sporco che loro non volevano fare. Israele ha ripulito il mondo islamico dagli estremisti.

Una vicenda interna al mondo islamico, prima che tra palestinesi e israeliani

E la sinistra italiana non si è accorta minimamente che questa vicenda, prima di essere una vicenda tra israeliani e palestinesi, è una vicenda interna al mondo islamico. E questo libro ha la capacità di spiegarlo chiaramente e nettamente. Con ricostruzioni, foto, piantine. Mentre la sinistra italiana rincorreva i pro pal, questi hanno fatto più danni al mondo islamico rispetto a quanto pensassero. I pro pal sono i peggiori nemici del popolo palestinese e di larga parte del mondo islamico che vuole liberarsi da Hamas e dai proxy dell’Iran.

È compito dell’occidente dialogare con questo mondo islamico. Noi abbiamo lanciato un segnale. L’Italia è pronta al dialogo per costruire un Medio Oriente in cui si dialoghi seriamente e dove possano esistere due popoli e due stati davvero, non per mettere le bandierine. Sinistra e pro pal sono rimasti spiazzati dall’invito di Giorgia Meloni ad Abu Mazen. Come i giovani palestinesi che lo hanno attaccato. Questa è la realtà, non vogliono il bene per i palestinesi, vogliono soltanto attaccare il governo Meloni.

E proprio Abu Mazen ha confermato il grande lavoro effettuato dal governo Meloni per sostenere il popolo palestinese, addirittura definendolo come il governo che ha aiutato maggiormente.