«Fiera di quello che abbiamo fatto in 1000 giorni». L’intervista di Meloni al Tg1

«Oggi non si parla più di come redistribuire gli immigrati illegali. Si parla di come difendere i confini esterni, ed accade grazie all’Italia»

Presidente Meloni, 1000 giorni di governo, un suo bilancio e come risponde ai critici che dicono che la durata di un esecutivo non è il valore in se?

«Ovviamente, non si valuta solo dalla durata. La stabilità è importante perché ti consente, diciamo, di spendere i soldi sulle cose serie non gettarli nei bonus, perché ti consente di avere una centralità, un’affidabilità a livello internazionale, perché ti consente di rassicurare chi investe, perché ti consente di fare le riforme, che è quello che stiamo facendo. Da Premierato, riforma del fisco, autonomia, riforma della giustizia. Ne faremo anche altre e per questo è importante la stabilità. Ma io non è che sono fiera da mille giorni di fare il Presidente del Consiglio, sono fiera di quello che abbiamo fatto in mille giorni. E le do un dato solo: nel 2025 sulla sanità ci saranno 10 miliardi in più rispetto al 2022 quando noi ci siamo insediati».

Lavoro, lei ha citato i dati in aumento dell’occupazione. Le opposizioni dicono: “I salari però non hanno recuperato il terreno perso durante il Covid”.

«Io sono molto fiera del fatto che in questi 1000 giorni ogni giorno, mediamente, sono stati creati oltre 1000 posti di lavoro a tempo indeterminato. Per un totale di oltre 1 milioni di nuovi occupati in più. Penso che sia un bel risultato. Sui salari è vero che l’Italia ha accomunato, soprattutto quando governava la sinistra, un ritardo sul potere d’acquisto dei lavoratori. È un ritardo difficile da recuperare, ma sicuramente la tendenza è cambiata: dal 2023 i salari tornano a crescere più dell’inflazione. Significa che il problema è risolto? No, significa che la strada che abbiamo intrapreso è quella giusta».

Un anno fa al Tg1 lei ha detto: “Sull’immigrazione vorrei fare qualcosa di più”. Che obiettivo si dà da qui a fine legislatura, anche visto cosa è successo in Albania.

«Mi do l’obiettivo di continuare a far scendere i numeri degli immigrati illegali che arrivano in Italia. Mi do l’obiettivo di continuare a rivoluzionare l’approccio dell’Unione europeo alla materia migratoria. Non si parla più, oggi, di come redistribuire gli immigrati illegali. Si parla di come difendere i confini esterni. È grazie all’Italia che accade. Dopodiché continuo a ragionare di soluzioni innovative nonostante l’opposizione, in parte politicizzata, della magistratura e della sinistra immigrazionista. Gli italiani ci hanno chiesto di governare l’immigrazione e non lasceremo che ci venga impedito».

I dazi del Presidente Trump, nonostante il suo rapporto privilegiato con l’amministrazione americana, scatteranno tra pochi giorni. Cosa succederà alle imprese italiane?

«Penso che vada scongiurata, in ogni modo possibile, una guerra commerciale tra le due sponde dell’Atlantico che non avrebbe, dal mio punto di vista, alcun senso. Il dossier è nelle mani della Commissione europea. Non sono gli Stati che possono trattare, ma sicuramente stiamo facendo tutto quello che possiamo per favorire il dialogo e per favorire un accordo che sia vantaggioso per entrambi».

L’inchiesta sull’urbanistica a Milano sta terremotando il Comune, il Sindaco Sala è indagato. Qual è la sua posizione?

«Quella che ho sempre su questi casi. Penso che la magistratura debba fare il suo corso e penso che, per quello che riguarda il Sindaco, io non sono mai stata convinta che un avviso di garanzia porti l’automatismo delle dimissioni. Credo che siano scelte che si debbano fare e che anche il Sindaco debba fare, sulla base della sua capacità in questo scenario di governare al meglio. Non cambio posizione in base al colore politico dell’indagato».