Occupazioni, Valditara: “Chi rompe, paga!”

Il Ministero dell’Istruzione si costituirà parte civile nei processi contro i vandali che danneggiano le scuole durante le occupazioni

Occupano le scuole, impedendo il regolare svolgimento delle lezioni e distruggono tutto: lavagne multimediali, banchi, sedie, imbrattano muri, spaccano porte e distruggono arredi e suppellettili. E vorrebbero farla franca. Il principio è molto semplice e doveroso: chi rompe, paga!

Chi rompe, paga!

Basta usare i soldi degli italiani per risarcire danni compiuti dolosamente da qualche vandalo. Chi rompe deve pagare, e di tasca propria. Il Ministero dell’Istruzione si costituirà parte civile nei processi contro quei vandali che hanno deciso di danneggiare le scuole durante le occupazioni. I danni non devono essere pagati dai cittadini italiani, ma da chi ha consapevolmente deciso di danneggiare i beni all’interno delle scuole. Non possiamo accettare che le nostre scuole siano vittime di vandali e trasgressori.

Durante le ultime occupazioni si sono registrati danni da record. Solamente a Roma, i danni in due scuole superano i 2 milioni di euro: 2 milioni per l’occupazione del liceo Gullace e 60 mila per l’occupazione del liceo Virgilio. Cifre allarmanti che non possono e non devono assolutamente ricadere a carico della collettività. Paghino i vandali che hanno fatto i danni. E chiedano scusa.

Chi rovina una scuola deve pagare

“I rilevanti danni cagionati nel corso di occupazioni studentesche al liceo Gullace (due milioni di euro), al liceo Virgilio (almeno 60.000 euro), entrambi di Roma, e, da ultimo, la devastazione degli istituti Pacinotti e Da Vinci di Pisa sono inaccettabili. Il Ministero chiederà di potersi costituire parte civile nei processi penali a carico dei responsabili per ottenere il risarcimento dei danni.

Chi rovina una scuola deve pagare per rimetterla in sesto, non devono più pagare i cittadini. Siamo davanti ad atti di mero teppismo, che nulla hanno a che vedere con la libera espressione delle opinioni e del dissenso e che compromettono anche il diritto di tutti gli altri studenti di poter studiare nella loro scuola”, ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.