Tanti criminali hanno utilizzato sim fantasma per non farsi rintracciare, ma con il nostro emendamento diciamo stop a tutto questo
Sono ormai tanti i casi in cui dei criminali hanno utilizzato delle sim fantasma per poter effettuare chiamate senza essere rintracciati dalle Forze dell’Ordine. Adesso abbiamo presentato un emendamento al Ddl Sicurezza che vieta la possibilità di disporre di una sim senza avere un’identificazione chiara di chi la usa o in assenza del regolare permesso di soggiorno.
A Napoli venditori pakistani vendevano sim fantasma
Nella città di Napoli è stata scoperta l’attività di due pakistani che vendevano sim fantasma a chi non volesse farsi rintracciare. Le Forze dell’Ordine hanno rinvenuto migliaia di fotocopie di passaporti con dati falsificati e 7.600 sim. Tutti questi contratti venivano intestati a soggetti stranieri o sconosciuti, in questo modo potevano essere rivendute ai criminali.
L’utilizzo di queste sim nelle attività criminali è fondamentale poiché dà la possibilità all’utilizzatore di essere difficilmente rintracciabile. La mole di sim avrebbe fruttato ai due migliaia di euro di profitti illeciti.
Anche a Roma sim fantasma per i criminali
Uno dei tanti casi è stato riscontrato a Roma. Un gruppo criminale formato da diversi titolari di rivenditori di telefonia mobile fornivano migliaia e migliaia di sim anonime. Le Forze dell’Ordine sono intervenute scoprendo che molti di questi rivenditori utilizzano i dati di ignari cittadini, tra cui stranieri, che inconsapevolmente fornivano i loro dati.
I dati dei cittadini venivano poi utilizzati per ulteriori sim che venivano rivendute alla criminalità romana. Queste sim fantasma però non era soltanto intestate a persone fisiche ma, addirittura, a nomi inventati e quindi a soggetti inesistenti. Così i criminali riuscivano ad eludere i controlli telefonici per non farsi rintracciare.
A Catania le sim fantasma utilizzate per lo spaccio
La Polizia a Catania grazie ad un blitz è riuscita a scoprire un’attività di spaccio arrestando 41 persone. Anche in questo caso si è scoperto che le comunicazioni tra gli arrestati venivano effettuate grazie all’utilizzo di sim fantasma. In questo modo i soggetti riuscivano a comunicare tranquillamente tra di loro sia i prezzi che le dosi.