L’Europa di adesso vuole imporci tutto, da come e cosa mangiare fino a che auto possiamo o non possiamo guidare, la nostra idea è quella di un’Europa che pensi a meno cose ma che ci pensi meglio
Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è stata intervistata ai microfoni di Rai Radio 1. Ha parlato di molti temi, tra i quali anche quelli che hanno acceso il dibattito politico nelle ultime settimane: dalla Rai alla riforma del premierato, fino alle imminenti elezioni europee. Noi siamo pronti a cambiare l’Europa.
Meloni: “L’Italia è tornata centrale”
“Penso che l’Europa debba cambiare nelle proprie priorità. La sfida è che l’Europa si occupi di meno cose: ha pensato di dover normare le cose più minime della vita dei cittadini, con quello che si è rivelato un attacco alle libertà dei cittadini, quando non sapeva occuparsi delle grandi cose. Io voglio più sussidiarietà: l’Europa fa meno cose e le fa meglio. Sarebbe un cambio di passo di cui l’Europa si gioverebbe”, ha dichiarato Giorgia Meloni durante l’intervista a Rai Radio 1.
Europa si occupi di poche cose e bene
L’Europa di adesso vuole imporci tutto, da come e cosa mangiare fino a che auto possiamo o non possiamo guidare, la nostra idea è quella di un’Europa che pensi a meno cose ma che ci pensi meglio, così come ha ribadito Giorgia Meloni: “Penso che l’Italia sia tornata centrale e dovremmo esserne contenti. Oggi tutti capiscono che siamo quelli che possono fare la differenza, lavoriamo per cambio di passo.
Con von der Leyen ho avuto una colaborazione istituzionale, perchè è presidente della Commissione, ho portato a casa i risultati pur stando all’opposizione. Con serietà, credibilità e proposte concrete le cose cambiano. Oggi c’è il margine per costruire una maggioranza diversa nel Parlamento europeo e quindi un’Europa diversa che faccia politiche diverse.
Ho già dimostrato che le cose si possono cambiare con coraggio e buon senso, un’Italia che sa assumere il suo ruolo, che non va a rimorchio degli altri può fare da capofila su molte questioni, può indicare la rotta all’Ue, non perché io sia particolarmente capace ma perché noi siamo l’Italia”.
La sinistra occupava la Rai, adesso vogliono la riforma
“Se si vuole mettere mano alla riforma della Rai perché questa riforma fatta dal Pd non va bene, bene. Non credo che sia una competenza che spetti al Governo, differentemente da quello che hanno fatto altri, credo che semmai sia una competenza che spetti al Parlamento.
“La immagino come un’azienda più plurale di quanto non sia stato in passato. E anche questo si sta dimostrando dati alla mano, al di là dei racconti curiosi che si fanno. Devo ricordare che il servizio pubblico italiano è disciplinato da una legge del 2015, legge 2020, introdotta dal Pd, dal Governo Renzi e prevedeva che su un consiglio di amministrazione di sette elementi quattro componenti fossero eletti dal Parlamento, l’ad e il presidente fossero nominati dal Governo e un consigliere fosse eletto tra i dipendenti Rai.
Quindi andava bene così: oggi che la sinistra non è più al Governo dice che questa legge non va bene perché c’è troppa ingerenza del Governo sulla Rai. È abbastanza folle”.
Premierato: la madre delle riforme
È il momento che i cittadini decidano il Presidente del Consiglio dei Ministri, la riforma del premierato servirà a questo, così Giorgia Meloni ne ha parlato ai microfoni di Rai Radio 1: “Era la nostra proposta iniziale, poi quando abbiamo aperto il dialogo l’opposizione i partiti di opposizione ci hanno detto tutti che per loro il punto di partenza per qualsiasi dialogo era non toccare il presidente della Repubblica.
Per questo abbiamo presentato una riforma che ottiene comunque i due grandi obiettivi che ci diamo: rimettere la scelta nelle mani dei cittadini, articolo 1 della costituzione, sono gli italiani a decidere chi li debba governare; chi viene scelto per governare, deve avere cinque anni per poterlo fare. L’instabilità è stata soprattutto sul piano della nostra credibilità e sul piano economico la madre di tutti i nostri problemi.
Per questo considero questa riforma la madre delle riforme, quella che risolve tutti i problemi”.