Basta inciuci, basta trasformismo, basta governi tecnici: con la riforma del premierato è arrivata la fine per i giochi di palazzo
Quando si parla di riforme costituzionali si pensa sempre a un qualcosa di estremamente complicato e tecnico, anche solo da descrivere. L’obiettivo che vogliamo raggiungere con la riforma del Premierato, invece, è estremamente semplice. Vogliamo dire basta ai giochi di palazzo: devono essere gli italiani a scegliere da chi essere governati. Per governare serve stabilità: basta con gli inciuci, basta con il trasformismo e basta con i governi tecnici.
Presidente del Consiglio eletto dal popolo
Sono gli italiani, se passa la riforma, che sceglieranno da chi farsi governare. La democrazia funziona se risponde alla volontà dei cittadini: è quello che noi stiamo cercando di realizzare. Con questa riforma il Presidente del Consiglio dei Ministri sarà eletto direttamente cittadini che si troveranno nella cabina elettorale una scheda unica sulla quale saranno riportati i nomi dei candidati alla Presidenza del Consiglio dei Ministri accanto alle liste che li sosterranno.
Il Presidente del Consiglio sarà eletto per 5 anni, ma non potrà superare le due legislature consecutive. L’unica eccezione è rappresentata dall’eventuale conclusione anticipata di uno dei mandati, in tal caso il limite sarà nel massimo di tre mandati. Sarà il Presidente del Consiglio dei Ministri ad indicare i Ministri, avendo anche il potere di revocarli; revoca che sarà formalmente disposta dal Presidente della Repubblica.
Basta Senatori a vita
Con l’introduzione del premierato non saranno più nominati nuovi senatori a vita. Quelli attualmente in carica, per nomina del Presidente della Repubblica, concluderanno comunque il loro mandato. Rimarrà, però, il ruolo dei senatori a vita che sarà conferito solamente agli ex Presidenti della Repubblica.
Fino ad ora, il Presidente della Repubblica non può sciogliere le Camere negli ultimi 6 mesi del suo mandato. Con la riforma, invece, questo limite verrà rimosso per evitare che un’eventuale richiesta del presidente del Consiglio di scioglimento venga impedita dall’attuale previsione normativa che impedisce al Presidente della Repubblica nel semestre bianco di sciogliere le Camere.
La norma anti ribaltoni: così l’Esecutivo sarà stabile
Una delle principali novità che introduce la riforma del premierato è la cosiddetta norma anti-ribaltone: un ritorno alle urne in caso di sfiducia del Presidente eletto e per quello di riserva – che subentra solo in casi eccezionali come “nei casi di morte, impedimento permanente, decadenza”- invece solo una chance di dare vita a un nuovo esecutivo.
Se il Presidente viene sfiduciato “mediante mozione motivata, il presidente della Repubblica scioglie le Camere”. Inoltre, se si dimette volontariamente e “previa informativa parlamentare” – altra novità della riforma – il Presidente del Consiglio dei Ministri “può proporre, entro sette giorni, lo scioglimento delle Camere al presidente della Repubblica, che lo dispone”. Qualora non venga esercitata la facoltà di proporre lo scioglimento delle Camere e “nei casi di morte, impedimento permanente, decadenza”, il Capo dello Stato può incaricare “per una sola volta nel corso della legislatura” il Presidente dimissionario o “un altro parlamentare eletto in collegamento con il presidente del Consiglio”.
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