La drammatica uccisione di Giulia. Il fidanzato arrestato in Germania
Avevamo tutti sperato in questi giorni che Giulia fosse viva, lo avevamo fatto con tutti noi stessi. Purtroppo, però, le nostre più grandi paure si sono avverate. Giulia Cecchettin è stata uccisa.
Giulia è scomparsa in un sabato qualunque insieme all’ex fidanzato Filippo Turetta, fin tanto che oggi è stata ritrovata morta. Ha scosso tutti, lasciandoci senza parole e toccandoci nel profondo. Filippo Turetta, l’ex fidanzato 22enne, dopo una lunga fuga, è ora in una cella del carcere tedesco di Halle, ha acconsentito all’estradizione in Italia e presto verrà consegnato alle Autorità italiane.
I numeri dei femminicidi in Italia
I dati ufficiali del Ministero dell’Interno dicono che al 12 novembre sono 102 le donne uccise in Italia nel 2023 e 53 le vittime per mano del proprio partner o ex. Una scia di violenza contro le donne che continua da anni con numeri addirittura più drammatici di questi in passato. Ogni singola donna uccisa perché “colpevole” di essere libera è una aberrazione che non può essere tollerata.
È già stato approvato all’unanimità dalla Camera, e mercoledì prossimo sarà in aula al Senato, il disegno di legge del governo Meloni per il rafforzamento delle misure di tutela delle donne in pericolo grazie a una maggiore prevenzione – ammonimento, braccialetto elettronico, distanza minima di avvicinamento – l’arresto anche in “flagranza differita” e soprattutto attraverso tempi stringenti – 20 giorni – per valutazione da parte della magistratura del rischio e applicazione delle misure cautelari.
Le strumentalizzazioni della sinistra
Non ce la fanno, nemmeno davanti a una tragedia così grande. La sinistra non ha perso tempo e, subito dopo la notizia dell’omicidio di Giulia Cecchettin, sono partiti gli attacchi contro il Governo Meloni. Questa volta, a loro dire, la colpa sarebbe la diffusione della cultura patriarcale, di cui la stessa Giorgia Meloni ne sarebbe espressione. Stavolta, la sparata è di Lilli Gruber. Niente di più falso.
Ecco le parole con le quali Giorgia Meloni ha commentato queste strumentali e false accuse:
“Non so come facciano certe persone a trovare il coraggio di strumentalizzare anche le tragedie più orribili pur di attaccare il governo. Ora la nuova bizzarra tesi sostenuta da Lilli Gruber nella sua trasmissione di ieri sera è che io sarei espressione di una cultura patriarcale. Come chiaramente si evince da questa foto che ritrae ben quattro generazioni di “cultura patriarcale” della mia famiglia. Davvero senza parole.”