L’odierna presentazione dei risultati raggiunti dal Tribunale di Firenze nell’ambito del progetto ‘Best Practices’, mi spinge a ricordare alcune cose.
A prescindere dalla valutazione dei risultati del progetto, sui quali non intendo entrare nel merito ma che già si commentano attraverso le esternazioni del Presidente del Tribunale, oggi il vero convitato di pietra resta indiscutibilmente l’iter del progetto che sin dall’inizio si macchiò di una grave scorrettezza procedurale.
Mi riferisco all’affidamento della responsabilità del bando di oltre mezzo milione di euro del progetto in questione all’ex assessore del comune di Firenze, Gianni Biagi, poi divenuto dirigente regionale, già coinvolto nel processo relativo allo scandalo dell’area di Castello che si è casualmente concluso con una serie di assoluzioni e con l’inevitabile, seppur assai lieve, condanna dello stesso Biagi. Il giudice delegato dal Tribunale di Firenze a seguire, all’epoca, il progetto ‘Best Practices’ era lo stesso che presiedeva il collegio giudicante del processo ‘Castello’.
Le mie ripetute prese di posizione, sfociate in un’interrogazione in Consiglio Regionale hanno sortito una tardiva risposta del Presidente Rossi che non poté far altro che sollevare dall’incarico il Biagi quando oramai il progetto stava giungendo alla sua conclusione. Progetto tra le cui finalità, guarda caso, viene citato l’aumento della capacità di trasparenza!